Preziosi ritorna tra la sua gente: visita a Rione Mazzini

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Costantino Preziosi torna nel quartiere in cui e’ nato e ad accoglierlo sono in tanti. A Rione Mazzini ad attenderlo c’ e’ l’ affetto della sua gente : ” Mia madre – dice- vive ancora qui. Qui’ ci sono nato, conosco bene i vostri sacrifici, gli stessi che ho fatto io quando da ragazzo di giorno lavoravo e di notte studiavo. Non sono qui per vendervi illusioni , non credete a chi gia’ lo ha fatto in passato, a chi di Avellino conosce solo il Corso, a chi questa citta’ fino ad oggi l’ ha solo sfruttata. Parlo del centrodestra che schiera Galasso e dice di essere la discontinuita’ e del centrosinistra che rimette in campo tutti coloro che la citta’ l’ hanno devastata”. Preziosi parla poi della sua campagna elettorale : “Non abbiamo fatto proclami, ma indicato soluzioni ai problemi della gente : dalla disoccupazione, alla viabilita’, dalla esigenza di una rigenerazione urbana, alla edilizia scolastica”. Infine si rivolge ai candidati delle quattro liste che lo sostengono : ” Siete una importante risorsa, che non va dispersa, purtroppo non tutti riusciranno ad arrivare in consiglio comunale, ma tutti, proprio tutti, dovrete continuare ad essere per l’ amministrazione uno stimolo a fare meglio e di più'”. Anche Ciriaco De Mita si rivolge ai candidati: “Dopo le elezioni creeremo un comitato, dovrete essere riferimento del rapporto con le istituzioni” . De Mita dice di essere un po’ deluso della campagna elettorale: ” Sono mancate le occasioni di dialogo con gli altri, non siamo riusciti a costringere gli altri ad un dialogo come tentativo di capire quello accade. Solo chi occupa lo spazio più a sinistra fa, come noi, una campagna ragionata. In politica la diversità’ e’ una ricchezza non è’ un limite, la diversità’ porta alle soluzioni. Più pensiamo da soli, più da soli ricerchiamo la cosa vera e giusta, più ci astraiamo” . ” Riprendiamoci la città’ ” e’ invece l’ esortazione di Pietro Foglia:” Mandiamo a casa chi, come il candidato del Pdl, afferma che la colpa del disastro di Avellino non è’ di chi guidava ma di chi c’era intorno, come se un pullman va nel burrone e la colpa e’ dei passeggeri e non dell’ autista”.

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