Povia ad Irpinianews: “Farò una festa in musica in Irpinia. Immigrazìa? Razzista è il Governo”

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Pasquale Manganiello – Giuseppe Povia sarà in concerto a Montefusco lunedì 7 Agosto. Il suo nuovo album, Nuovo Contrordine Mondiale, ha già fatto parlare molto di sè, in particolare sui social. Il controverso singolo “Immigrazìa” ha sollevato un vero e proprio polverone. Abbiamo intervistato il cantautore milanese proprio in vista del concerto in provincia di Avellino; Povia ci ha raccontato lo spirito del suo nuovo lavoro ed il suo rapporto con l’Irpinia e con il Sud in generale.

Giuseppe Povia, Nuovo Contrordine mondiale è il titolo del suo nuovo album. Cosa dobbiamo aspettarci?

“Nuovo Contrordine Mondiale” traduce con melodie orecchiabili, allegre e serie degli argomenti che nessun artista ha mai messo in musica: economia, finanza, sociale, spesa a deficit, debito pubblico, jobs act, revisionismo storico e amore. Tutto cantato e scritto con un linguaggio semplicissimo.”

Ha lanciato su facebook il nuovo singolo Immigrazìa che ha già scatenato numerose polemiche. Qual è il vero messaggio che Povia ha voluto esprimere attraverso questa canzone?

“Immigrazía” vuol dire tutto ciò che di speculativo gira intorno all’immigrazione. I soliti noti, grandi e piccoli, con la scusa del razzismo e della xenofobia, fanno grandi profitti e se ne fregano se gli immigrati lavorano per due euro all’ora o se perdono la vita in mare.

A queste persone, Governo compreso, direi che sono loro i veri razzisti ma soprattutto schiavisti.”

Non è la prima volta che Povia è oggetto di critiche per i suoi testi particolarmente forti e attuali. E’ successo già con Luca era gay e La verità. Quanto è importante per lei affrontare questi temi nelle sue canzoni?

“Qualcuno deve fare il lavoro sporco. Scherzi a parte, mi piace mettere in musica l’attualità sociale perchè so che posso aprire un dibattito creando dei contraddittori, perché combatto questa anestesia culturale e perchè  mi fa sentire unico e originale.”

Frasi forti come “mentre fissi il lampadario ti fregano il salario” o “l’italiano è cotto bene, sembra proprio un maccherone” esprimono un disagio sociale cavalcato in particolare da una parte ben definita dell’attuale panorama politico italiano. Il suo messaggio è più condizionato dal suo orientamento politico o dalla voglia di raccontare la realtà?

“Dalla voglia di raccontare la realtà. Non serve nessun orientamento politico, basta aprire gli occhi. Quando mi chiedono se sono di sinistra o di destra, rispondo che sono del centro storico.”

Lei sarà in concerto in Irpinia il 7 Agosto a Montefusco. Conosce il territorio irpino e cosa pensa di questa terra?

“Sono anni ormai che mi fermo ad un passo dall’Irpinia, a Calvi, all’agriturismo ‘Il vecchio bivacco’ da persone meravigliose: Fabio, Tiziana, Fabrizio e Federica. È uno dei pochi posti in cui si mangia ancora cibo sano e fatto in casa. Sono molto legato alla Campania e alla sua storia pluri-secolare, all’ex Regno delle Due Sicilie conquistato con l’inganno e  alla sua credenza spirituale e religiosa. Il Sud era terra ricca prima dell’Unità d’Italia.

Sono già stato a Montefusco nel 2015 in una serata istituzionale importante presentata da Massimo Giletti. Quest’anno farò una grande festa in musica.”