Il nuovo Dossier Regionale sulle Povertà in Campania della Caritas, presentato due giorni fa a Caserta alla presenza del neo-governatore Roberto Fico, restituisce un’immagine cupa del territorio campano. Povertà strutturale, declino demografico, servizi insufficienti e un peggioramento complessivo della qualità della vita: questo il quadro che emerge dalle analisi basate su dati Istat, Eurostat, Ministero della Salute, Agenas e sulla rete dei Centri di Ascolto delle 21 diocesi della regione.
Tra i numeri più drammatici, spiccano l’alta esposizione al rischio di povertà o esclusione sociale (43,5%) e la rinuncia alle cure da parte del 13,5% dei cittadini, con liste d’attesa che spesso superano i sei-sette mesi. Dati che incidono direttamente sull’aspettativa di vita: in Campania si vive in media due anni in meno rispetto al resto d’Italia (80,9 contro 82,7).
Avellino: dati preoccupanti, tra invecchiamento e fuga dei giovani
Se da un lato l’Irpinia presenta i migliori indicatori occupazionali della regione — un tasso di occupazione del 52% e una disoccupazione all’11,6% — dall’altro il confronto con il resto del Paese resta impietoso: –10,2 punti rispetto alla media nazionale sull’occupazione e +5,1 sulla disoccupazione. L’inattività, al 40,5%, coinvolge soprattutto donne e giovani.
Il quadro demografico è ancora più allarmante: Avellino registra uno degli indici di vecchiaia più elevati del Sud (217,2), un indice di dipendenza anziani pari a 37,9 e un quoziente di mortalità di 11,7‰. Il saldo migratorio interno è negativo (–3,4‰): i giovani continuano ad andare via, mentre gli anziani aumentano.
Gli stranieri, pari al 4,1% della popolazione, rappresentano una presenza stabile ma insufficiente a compensare il calo demografico. Nei Centri di Ascolto Caritas cresce invece la richiesta d’aiuto di famiglie monoreddito, anziani soli e lavoratori precari.
Il commento del Direttore Caritas di Avellino, Antonio D’Orta: “Situazione sociale allarmante”
Duro stamattina l’intervento di Antonio D’Orta, direttore della Caritas Diocesana di Avellino, che definisce il dossier “una fotografia impietosa della realtà irpina e campana”.
D’Orta sottolinea innanzitutto il gesto del neo-governatore Fico, presente alla presentazione del rapporto fin dal suo primo giorno di mandato:
“Un segnale importante: le sue parole hanno rappresentato un incoraggiamento in un contesto che definire allarmante è poco.”
Il direttore ricorda che la povertà non è solo mancanza di reddito, ma un fenomeno multidimensionale:
“È l’effetto combinato di condizioni sociali, economiche e culturali. In dieci anni la Campania ha perso quasi 400 mila abitanti. Avellino ha un’età media di 46 anni e registra un aumento dei giovani NeeT, che non studiano e non lavorano.”
Un altro elemento critico è la diffusione del gioco d’azzardo, su cui la Campania detiene un primato nazionale:
“È un indicatore preoccupante dello stato di disagio e di fragilità sociale.”
D’Orta insiste poi sulle difficoltà di accesso alla sanità:
“Molti cittadini rinunciano a curarsi. Abbiamo liste d’attesa di sei o sette mesi per esami o interventi. È inaccettabile.”
“Dodici centri d’ascolto solo ad Avellino: monitoriamo la povertà reale”
La Caritas avellinese ha costruito negli anni una fitta rete di prossimità:
“Abbiamo dodici Centri d’Ascolto solo ad Avellino. Sono antenne preziose: ci permettono di cogliere il polso della povertà oltre i numeri, ascoltando le difficoltà delle famiglie e costruendo percorsi di sostegno.”
