Ore frenetiche per il rush finale. Riunioni incessanti per mettere a punto le strategie vincenti. Prima fra tutte, la scelta dei candidati che dovranno quanto più possibile rappresentare il territorio o meglio avere alle spalle quanto più visibilità ‘premiante’. Il tutto si traduce chiaramente nel bagaglio elettorale che ognuno, al di là del partito riuscirà a portare. Gli schieramenti sono pronti, i candidati pure. Anche se c’è qualcuno che attende ancora l’ok, o forse non più, per inserire la fucina e sparare i primi colpi contro l’avversario. Si tratta del senatore Angelo Flammia che, nonostante il suo pessimismo, nelle prime ore mattutine proprio dal segretario regionale Nappi, aveva appreso di un concreto ripescaggio come terzo dei non eletti. Ma ad ogni modo, il recupero non è servito a fargli cambiare idea. A parte questa limatura non andata a buon fine e il cambio di postazione tra Massimo Villone (ora 4°) e Serafino Zucchelli (ora 5°), tutto resta invariato. Compreso l’ottava posizione di Aurisicchio.
Soddisfatto l’assessore Rosetta D’Amelio che dopo la direzione regionale, a dire il vero non durata troppo a lungo come qualcuno aveva preannunciato (di scintille neppure l’ombra), non manca di mettere in evidenza come le liste “siano espressione della forza di Bassolino: molti saranno gli eletti”. E come ci sia stato “il rispetto delle minoranze”. Una nota stonata però c’è. Secondo l’assessore di Palazzo Santa Lucia è ancora scarsa la presenza delle donne. “Almeno un’altra!”. Per il resto la squadra Diesse “vanta candidati di qualità e strettamente legati al territorio”. Tra dati di fatto, ce ne è uno inconfutabile: “nella nostra lista gli irpini sono due: Andrea De Simone e Raffaele Aurisicchio”. D’Amelio dunque puntualizza e fa intravedere l’unanimità di vedute sulle scelte. Un cerchio su cui si è fatto quadrato non senza lasciarsi dietro qualche amarezza. Giochi fatti per lo Sdi (al Senato Luigi Mainolfi, e candidature anche per Giacomo Carpenito e Giuseppe Romano) e per l’Udeur nella cui rosa continua a rimanere l’incognita Iacobelli.
Sul fronte opposto della Casa delle Libertà, chi aveva sperato fino all’ultimo che il massimo esponente di An Franco D’Ercole potesse rappresentare l’Irpinia, ha dovuto ammainare la bandiera di fronte alla decisione tutta romana, che pur riconoscendo l’impegno del capogruppo regionale nel suo territorio e non solo, ha fatto prevalere altre logiche del consenso a favore di Giulia Cosenza, Presidente Coldiretti di Avellino. Dunque D’Ercole in lista ma non tra i papabili alla vittoria finale. Da qui la rinuncia e il passaggio di testimone al figlio Giovanni, consigliere di Palazzo di città al comune di Avellino.
Entro sabato la matassa sarà districata anche per gli Azzurri per i quali è cominciata la tregua armata o la tregua – come qualcuno si premura di affermare – con la ‘T’ maiuscola. Alla fine dovrà per forza di cose prevalere la seconda. Toni più distesi tra l’una (garganiana) e l’altra compagine (sibiliana). Confronto sul programma ma soprattutto sui nomi da proporre all’elettorato. Il puzzle dei ‘privilegiati’ irpini non è stato ancora ultimato. Bisognerà attendere le disposizioni della Capitale. In particolare valutare se far prevalere o meno la possibilità per gli europarlamentari di rituffarsi nell’agone politico. Ad ogni modo, il dato di fatto c’è: il dialogo tra le componenti non è più un miraggio. E ancora…
Tra ufficialità e indiscrezioni dai palazzi della politica che conta, rimbalza la notizia secondo cui sarebbero stati sciolti i nodi rispetto al posizionamento – 2° o 4° – di Arturo Iannaccone: sarebbe al quarto.
Insomma i nemici, ora e forse un po’ più amici dopo, attendono solo il fischio dell’arbitro per dare inizio alla partita. Nella quale dovrà giocoforza prevalere la legge dei numeri. (Di Teresa Lombardo)
Redazione Irpinia
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