Sta suscitando forti polemiche il concerto del direttore d’orchestra russo Valery Gergiev, in programma il prossimo 27 luglio alla Reggia di Caserta, finanziato dalla Regione Campania. Gergiev, noto per la sua vicinanza a Vladimir Putin, è considerato uno dei volti più discussi della cultura russa legata al potere politico. La notizia ha sollevato un’ondata di critiche, coinvolgendo istituzioni, partiti politici e anche figure internazionali.
Julija Navalnaja, vedova del dissidente russo Aleksej Navalnyj, ha definito Gergiev “un caro amico di Putin, promotore della sua politica criminale e complice del regime”. Ricorda inoltre che l’ultima esibizione del maestro in Italia risale al 23 febbraio 2022, poche ore prima dell’invasione russa dell’Ucraina. Subito dopo, il Teatro alla Scala di Milano lo aveva rimosso dalla direzione dell’orchestra per non aver preso le distanze dal Cremlino, come richiesto dal sindaco Beppe Sala.
La vicenda ha riacceso anche il conflitto interno al Partito Democratico, con l’eurodeputata Pina Picierno che ha chiesto la cancellazione immediata del concerto, seguita da altri esponenti del PD. Ancora una volta si registra una frattura tra il partito e il governatore campano Vincenzo De Luca, che ha difeso l’iniziativa parlando di libertà artistica e respingendo ogni accusa di strumentalizzazione politica.
A prendere posizione anche il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, che ha dichiarato: “L’arte è libera e non può essere censurata. La propaganda, però, anche se fatta con talento, è un’altra cosa. Per questo motivo, il concerto dell’amico e consigliere di Putin, Valery Gergiev, voluto, promosso e pagato dalla Regione Campania e che si terrà nella Reggia di Caserta – autonoma nella scelta di quali eventi ospitare – rischia di far passare un messaggio sbagliato”.