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Pietradefusi, il sindaco Musto vince in Consiglio di Stato: “dissesto, senza se e senza ma”

Pietradefusi

“Una sentenza, quella di giovedì 4 giugno, con la quale il Consiglio di Stato ha chiuso l’annosa querelle sul dissesto economico-finanziario del nostro Ente. Il Consiglio di Stato, come già avevo fatto il TAR, ha dato pienamente ragione alla mia amministrazione. Ogni tesi sostenuta dai vecchi amministratori è stata respinta con l’aggettivo “Infondato”. Uno smacco clamoroso per l’ex sindaco Belmonte. Il Consiglio di Stato ha infatti stabilito che Pietradefusi è un comune dissestato, senza se e senza ma.” Così esordisce il Sindaco di Pietradefusi Nino Musto, in una nota inviata alla stampa.

“Il paese è stato ridotto ai minimi termini dalla “mala gestio” di Belmonte, durata per 15 lunghi anni. I debiti che ci hanno lasciato in eredità ammontano a più di 7.500.000,00 €. Con questa sentenza, si chiudono tre anni di cause e ricorsi infondati con le parole: Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Quinta), definitivamente pronunciandosi sull’appello (proposto da Belmonte ed altri), come in epigrafe proposto, lo respinge.”

Il Sindaco continua: “I ricorrenti hanno presentato una consulenza di parte, liquidata dal giudice amministrativo con: Tale dato (il dissesto) è contestato da parte appellante in relazione alle voci che lo compongono, ma in forza di valutazioni opinabili, divergenti da quelle dell’amministrazione, che non possono peraltro ritenersi di maggiore evidenza probatoria, anche perché sovente riconducibili ad interventi con efficacia solo ipotetica. Ovvero alla base della consulenza insistono calcoli e dati, diciamo, non ritenuti attendibili dal giudice. Ora toccherà alla Corte dei Conti stabilire se vi è stato dolo o solo danno.”

Musto sposta poi il focus sulla sua squadra “Detto questo mi corre l’obbligo di ringraziare tutti i Consiglieri Comunali di Pietradefusi di maggioranza e minoranza. Ringrazio anche chi non ha votato la dichiarazione di dissesto. Ancora giovedì, a sentenza emessa, un consigliere di opposizione difendeva le proprie tesi e teorie economiche, fatte di argomentazioni che avrebbero fatto impallidire Tremonti, inventore della finanza creativa. Non c’è dissesto ha affermato. Ci vuole coraggio o incoscienza per dire tali cose, delle due… l’una, diceva Montanelli. Ringrazio, inoltre, anche l’Avv. Lorenzo Lentini e il Prof. Rosario Poliso per la loro preziosa collaborazione.”

“La nostra è stata una battaglia di verità che andava combattuta per il bene comune.” Continua la fascia tricolore.

“Il Consiglio di Stato ha sottolineato in più punti la totale correttezza delle procedure, dei conti e degli assunti contabili evidenziati da questa amministrazione. Oggi per questa amministrazione, per tutti i consiglieri che hanno sostenuto le mie ragioni, per i cittadini probi, per i contribuenti onesti di Pietradefusi è un giorno trionfale, è stato smontato un teorema costruito dai ricorrenti, volto solo a coprire una gestione dei conti fuori controllo, durata per anni. Il Consiglio di Stato ha messo in chiaro la verità, ovvero che Pietradefusi è “fallita” e Pietradefusi è “fallita” per l’incapacità gestionale e politica di chi ci ha preceduto.”

“Dati economici artatamente gonfiati”, così in un passaggio della sentenza, si esprime il giudice, riferendosi alle allegre gestioni passate. L’approvazione del nostro bilancio stabilmente riequilibrato, da parte del Ministero dell’Interno, invece, testimonia la bontà dell’azione risanatrice della mia amministrazione”.

“Dopo anni chi era abituato ad usare il pubblico come cosa privata è stato messo in un angolo. Ha trionfato la follia, la “lucida” follia di un manipolo di persone che non si sono accomodate ai piedi della tavola del potente, attendendo che cadessero le briciole per sfamarsi. Noi siamo diversi, noi siamo quelli che hanno dato e non hanno preso. Per chi per anni ha usato il comune per proprio tornaconto il bengodi è finito. Con questa sentenza si scrive la parola fine ad una gestione economica e finanziaria dell’Ente indecente.”

Chiude Musto con una battuta ed un invito, “Ho taciuto, facendo anche violenza al mio carattere guascone, non ho mai risposto alle provocazioni, ho sempre ingoiato senza proferire parola verso le varie ricostruzioni della realtà fatte dai Cicero pro domo sua, che popolano una certa frazione del comune. Ho assistito muto ai post sui social, ho sorvolato su volantini intrisi di livore personale e di delusione per il perduto potere e il danno economico ricevuto. Non dimentico di avere subito attacchi personali e professionali, orchestrati ad arte. Attacchi estesi anche ai miei amici e consiglieri. Ma gli autori di tali schifezze sono noti alla popolazione. Il popolo di Pietradefusi conosce la sua corte e sa chi è il re, chi sono i dignitari e chi invece sono i buffoni. In Consiglio Comunale, nelle piazze, nei bar, nelle case e nelle strade ci hanno etichettati quali bugiardi, incapaci e inutili, ma oggi la verità è emersa chiara e così è stato dimostrato chi sono loro e chi siamo noi. Noi siamo la verità e la correttezza. Loro, invece, per la verità sono chi ci ha portato a questo disastro economico e sociale. Tra le tante perle che ci hanno saputo regalare, in questi anni i belmontiani, ne voglio citare solo una: gli alloggi popolari. Milioni di euro di danni, cittadini ignari alla sbarra e una bomba sociale pronta ad esplodere. Ci vorranno 30 anni per ripianare il costo economico e sociale del dissesto scaturito da cotanta capacità politica ed amministrativa, sempre se “San Lucido” ci mette una buona parola. Lui da dietro la porta ci osserva e pesa meglio la valenza delle persone. Vi aspetto, infine, il 13 giugno per un’assemblea pubblica, assemblea dove faremo una puntuale ricostruzione di quello che è accaduto sino ad oggi e di quello che accadrà da qui a breve.”

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