“Chi oggi vuole la testa di Bersani vuole chiudere il Pd. Riaprire davanti al Paese la lotta interna tra le leadership della maggioranza e delle minoranze congressuali che ha paralizzato il Pd per mesi equivale a balcanizzare il Partito democratico e a decretarne la dissoluzione’’. Lo scrive oggi in un articolo pubblicato su “Europa” Gianni Pittella, membro della direzione del Partito Democratico.
“Da un segretario eletto sulla proposta di un netto cambiamento di rotta rispetto al passato non si poteva pretendere il miracolo, cioè trasformare in 5 mesi un partito fermo e indeciso in una poderosa macchina elettorale in grado di riportare indietro al 2006 l’orologio della politica, per sè e per il centrosinistra’’ argomenta l’europarlamentare, per il quale “ora è venuto il momento di accelerare su quel progetto, moltiplicando porte e finestre del Pd in ogni paese, in ogni quartiere, scuola e posto di lavoro e aprendole alla partecipazione di tutti”.
“Dobbiamo tornare a essere il partito delle salsicce, delle feste dell’Unita’, dell’Avanti e dell’amicizia, della diffusione domenicale porta a porta dei nostri giornali, dei banchetti nei mercati rionali, delle sezioni trasformate in straordinari punti di aggregazione di ceti e di generazioni, di forum e sezioni virtuali sulla Rete – auspica Pittella – dobbiamo cambiare la legge elettorale, per riportare in Parlamento gli eletti dal popolo e dai territori. Dobbiamo riportare il Mezzogiorno al centro della prospettiva e dell’azione del Partito Democratico, perchè là ci sono le maggiori energie morali e materiali per far ripartire il paese. Dobbiamo costruire con pazienza un quadro ampio di alleanze, sul modello ligure e lucano uscito vincente da queste elezioni”.
‘’Presentiamoci subito ai cittadini italiani con un manifesto, il nostro progetto per il Paese e l’Europa – propone Pittella – alcuni punti chiari e argomentati, facilmente comunicabili, nei quali il Pd lancia il suo progetto per il paese e per le singole realtà locali. Lavoro, sviluppo, sanità, ambiente, protezione sociale, istruzione, infrastrutture, casa, giustizia, sicurezza, rafforzamento dell’Unione Europea, della prospettiva euromediterranea ed euroadriatica: c’è molto da fare, da immaginare, da proporre in questi campi intorno al quale mobilitare le forze vitali del paese in una battaglia comune, per il governo’’.