Pellegrino Palmieri, con una lunga lettera comunica al Pd le dimissioni dalla commissione di garanzia e da Territori e generazioni.
“Ho sempre vissuto la politica come un impegno civile, cercando in ogni momento di dare il mio contributo d’idee e di passione in maniera disinteressata. Non ho mai chiesto né avuto niente dalla politica, se non la possibilità, in determinati momenti storici, di poter condividere, con altri compagni di viaggio, esperienze esaltanti, che mi hanno formato culturalmente, dandomi, ancora oggi, la possibilità di sentirmi libero, senza dover essere schiavo della volontà altrui. La politica dovrebbe fare principalmente questo, aiutare gli uomini e le donne a essere liberi, e quindi padroni, nel bene e nel male, della propria esistenza. Sono stato anche un fortunato, perché avendo qualche anno in più, rispetto a tanti altri giovani, ho avuto modo di conoscere uomini capaci di indicare e di guidare un percorso all’insegna del cambiamento, uomini capaci di immaginare un mondo diverso, mettendo in discussione il destino e quindi il futuro già segnato di un’intera generazione. Ho avuto la possibilità, e di questo sono grato alla politica, di poter partecipare in prima persona, a battaglie che hanno dato dignità alle nostre comunità, dimostrando che la politica, se fatta all’insegna del bene comune, può scardinare i meccanismi ripetitivi della storia, dando a ogni uomo e a ogni donna, la possibilità di essere artefice del proprio futuro. Ho tanti ricordi che mi riempiono la mente, anzi posso dire che il mio impegno politico e la mia militanza nel partito democratico, fino ad oggi, sono stati solo il frutto di un’abitudine che trovava le sue radici più profonde nel passato, quasi come una passione cronica, un impegno costante nel tentativo di soddisfare un bisogno sempre più effimero e sempre più lontano dalla realtà. Oggi mi sento più che mai senza riferimenti e senza una prospettiva politica da poter proporre e allo stesso tempo seguire. Non mi sento più a mio agio, e non condivido la quasi totalità delle scelte fatte dal mio partito e dalla classe politica in generale. Non ritengo possibile impegnarsi in un partito, e parlo del caso specifico del Pd irpino, che al posto di affrontare in maniera concreta i problemi della gente, sforzandosi attraverso una seria attività sul territorio, di elaborare una proposta politica credibile, inizia ad arrovellarsi al suo interno, rispetto alle possibili candidature per le prossime politiche, facendo partire il totoscommesse su chi sarà designato in quota eleggibile tra Valentina Paris e Franco Vittoria. Non è possibile continuare su questa strada. Per una persona dotata di un minimo di autostima, continuare ad andare avanti significherebbe solo decidere di farsi del male. Io sono un artigiano e combatto insieme a tanti altri piccoli imprenditori, la mia battaglia quotidiana, contro le banche, contro la burocrazia e contro uno stato completamente assente, e in una fase storica delicatissima, come quella che stiamo vivendo, ci vorrebbe, da parte dei partiti e delle istituzioni in generale, più serietà e più impegno. La realtà, invece, è un’altra, il mondo della politica è ormai solo un reality, dove chi sceglie di entrare lo fa solo per posizionarsi, sperando in una possibile nomination che gli cambi definitivamente la vita. Mi sono impegnato moltissimo negli ultimi tempi, togliendo tempo al mio lavoro e alle persone che mi circondano, cercando di dare il mio contributo al partito, ma non sono stato capito o forse mi sono solo sbagliato. Fatto sta che rispetto a certe scelte che mi sono costate parecchio, che hanno messo in discussione anche rapporti personali di amicizia, non ho ricevuto nessun sostegno, nemmeno dai miei più stretti compagni di viaggio. Mi dispiace. Mi dispiace moltissimo, ma forse il mio modo di vedere la battaglia politica è un po’ datato, non è al passo con i tempi, ne prendo atto e chiudo il discorso, così chi ha pensato, anche solo per un attimo, che avessi l’intenzione di occupare qualche posto o che volessi togliere spazio a qualcuno, immaginando chissà quali macchinazioni, potrà, spero, finalmente ricredersi. Fate il vostro gioco, per quanto mi riguarda il mio impegno politico nel PD, finisce qui. A chi sta portando avanti, ancora oggi, una battaglia di rinnovamento nel partito, va tutta la mia solidarietà e la mia stima, ma non ci sto a continuare. Approfitto per scusarmi con il presidente della commissione Carmine Russo, per la mia decisione così perentoria, ma questa è la mia scelta. Comunico quindi le mie dimissioni dalla commissione di garanzia, di cui faccio parte, e di conseguenza dalla direzione provinciale, e la mia fuoriuscita dal gruppo di territori e nuove generazione”.
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