Sullo sfondo, le polemiche nate dopo la diffusione del documento dei ‘14’ (tra i quali la Grella stessa, ndr) sulla questione Ato Rifiuti e la conseguente ‘correzione’ diffusa la scorsa domenica dal capogruppo.
“E’ evidente che ho portato avanti questo ruolo di rappresentanza non senza difficoltà – ha spiegato Ida Grella – Sono stata sempre estremante disponibile a fare sintesi, fermi i riferimenti politici del Partito Democratico. Ho portato avanti questo impegno con dignità e con apertura all’ascolto. Ma è stato quasi sempre difficile”.
IL DOCUMENTO DEI 14. Le discussioni delle ultime ore relative all’Ato Rifiuti (venerdì 30 gennaio l’assemblea dei sindaci, ndr), anche ieri dopo le dichiarazioni di Gianluca Festa e del segretario provinciale del Pd Carmine De Blasio, hanno contribuito ad alimentare il focolaio di polemiche. Così come la nota sottoscritta dai 14 ‘democratici’ a Palazzo di Città sul modello di gestione all’Ato Rifiuti ha creato – così come ha sottolineato la stessa Grella – “… non pochi problemi e difficoltà”.
Sul punto, l’esponente del Pd ha quindi aggiunto: “La diatriba che si è aperta dopo la diffusione del documento dei 14 consiglieri comunali del Pd sulle questioni del modello di gestione all’Ato Rifiuti mi ha costretta ad un chiarimento misurato verso gli amministratori e verso l’assemblea dei sindaci dell’Ato. Resta il fatto che qualcuno ha voluto fare una fuga in avanti. Mi sono limitata a dire il mio pensiero, nell’esclusivo interesse della mediazione e nel pieno rispetto del partito e di ciascun ruolo. Evidentemente questo non è stato colto. Rimetto perciò la mia delega”.
Cosa succederà, dunque, nel summit dei consiglieri del Pd al Comune? All’ordine del giorno, le dimissioni da capogruppo della Grella. Probabile un sollecito degli altri consiglieri al ripensamento. Sul punto, però, la Grella ha le idee chiare: “Resto a disposizione del sindaco Foti, che in ogni caso dovrà farsi sentire in merito, e del gruppo che dovrà trovare una soluzione di mediazione e che garantisca la giusta rappresentanza. Non ho più interesse a rappresentare persone che non comprendono che l’opera di sintesi è fondamentale per gli equilibri di un gruppo, di un partito, della città. La mia pazienza è stata messa a dura prova. Chi si è candidato sotto il simbolo del Partito Democratico non può pensare di orientare le scelte del partito”.
di Antonio Pirolo