Avellino – Nessuna spigolosità nel dibattito ma solo un lavoro a tappeto sui contenuti: così Enzo Amendola, candidato alla segreteria regionale del Partito Democratico per la mozione Bersani, ha messo al bando ogni forma di litigiosità ed ha illustrato le priorità da portare al Congresso, utili a raggiungere la ‘stella polare’: riportare il Pd in campo su grandi questioni. Assente all’avvio della campagna per le primarie il senatore Marco Follini la cui presenza è stata annullata per motivi di carattere personale. In sala Gerardo Adiglietti, Luigi Famiglietti, Rodolfo Salzaruolo, Rosanna Repole, Sergio Barbaro, Mirella Giova, Valentina Paris, Lucio Fierro.
Dieci priorità per rimettere in moto la Campania e aprire un tavolo programmatico nella futura coalizione: ‘nessuno ai margini’, ‘donne innanzitutto’, ‘sicurezza sociale’, ‘sanità per tutti’, ‘rivoluzione verde’, ‘industria 2010’, ‘campani, italiani, europei’, ‘nuove rotte’, ‘controesodo’, ‘federalismo in Campania’.
Non solo grandi questioni tematiche ma anche “punti discriminatori verso la destra. Il Pdl – ha incalzato Amendola – ha gettato la maschera lasciando scoperta la sua disgregazione che si sta trasformando in una campagna di insulti. Ha dimostrato di non avere né una classe dirigente, né programmi realizzabili. Noi, invece, vogliamo portare il Pd ad essere il soggetto centrale di una nuova coalizione”.
In questo, secondo Gerardo Adiglietti, starebbe la differenza di impostazioni tra “chi pensa che il congresso sia un momento di confronto e chi non si dà pace per risultati che non rispondono alle proprie aspirazioni o chi, infine, non celebra un congresso da 45 anni”.
Un intervento impetuoso e appassionato che ha portato Adiglietti a condannare l’atteggiamento di chi “è venuto in provincia a dire che ci sono buoni e cattivi ed ha chiesto di punire i cinque consiglieri comunali che hanno agito in un certo modo solo perché volevano apportare il loro contributo di idee”. Situazione sulla quale è intervenuto lo stesso Amendola chiarendo che in politica occorre persuadere e non punire, “ed è esattamente ciò che faremo”.
“La parte migliore della tradizione cattolico-democratica è con noi – ha proseguito Adiglietti – Molti mi hanno etichettato come colui che agisce sempre da dietro le quinte eppure in questo momento c’è stato un sentire comune rispetto al quale sono stato subalterno”.
A parlare, più che il politico, è stato “l’uomo da marciapiede”, l’ex sindacalista che ha messo sotto bersaglio la mancanza di una rappresentanza politica alla manifestazione della Fma – “non c’era uno straccio di onorevole” – e al fianco degli 800 precari irpini della scuola. “E dov’è questo partito? – ha tuonato – Su questo scomoderemo i nostri amici impegnati a livello nazionale”. E in un contesto del genere viene giudicato ‘irresponsabile’ l’atteggiamento di chi “vuole ridurre a numeri un dibattito di contenuti”. “In questo partito padroni non ce ne sono e lo abbiamo dimostrato”.
Non poteva mancare un riferimento all’esito del ricorso presentato alla commissione regionale: “E’ stato giudicato inammissibile perché nessuno ha avuto la faccia tosta di darci torto”.
Redazione Irpinia
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