Nusco – Chiesa di Sant’Antonio riapre al culto

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Nusco – Dopo due anni di lavori riapre al culto la Chiesa di Sant’Antonio, deliziosa pieve ubicata ai margini del castello medievale. Venerdì 29 luglio, in occasione dei festeggiamenti in onore di Sant’Antonio da Padova, si è tenuta la cerimonia di inaugurazione, alla presenza dell’Arcivescovo della Diocesi di Sant’Angelo-Conza-Nusco-Bisaccia, S.E. Mons. Francesco Alfano, dell’Economo, Sac. Don Dino Tisato, del Sindaco, avv. Giuseppe De Mita e dell’Amm.ne Comunale. Dopo la Santa Messa celebrata nella Cattedrale, la tradizionale processione ha attraversato le stradine del centro antico ed ha riportato la statua del Santo nella Chiesa di Sant’Antonio, dove era abitualmente custodita. Grande emozione per tutti i cittadini poter ammirare la Chiesa ritornata la suo antico splendore dopo il restauro effettuato con il finanziamento erogato dalla Conferenza Episcopale Italiana (fondi 8 per mille). I lavori, eseguiti dalla CO.SIR. srl dei F.lli Frieri di Cairano, progettati e diretti dall’arch. Antonio Ressa, hanno interessato prioritariamente il consolidamento statico finalizzato alla riparazione delle lesioni che l’edificio presentava a causa di un cedimento del versante su cui si adagia, per il quale erano già state effettuate opere di contenimento con altri fondi. In piena sintonia con il Direttore dell’Ufficio Tecnico Diocesano, Mons. Tarcisio Gambalonga, che con colta meticolosità ha effettuato l’alta sorveglianza dei lavori, e con il geom. Luigi D’Angelis dell’UTD, si è deciso di intervenire con il restauro filologico degli stucchi e delle decorazioni, all’insegna della sobrietà e delicatezza dei toni cromatici. I colori utilizzati sono gli stessi rinvenuti effettuando sull’intonaco un saggio, lasciato a vista quale testimonianza del passato. L’altare principale, in marmo policromo, è stato ricomposto ricongiungendovi la mensa che era stata traslata negli anni settanta. Il vecchio e dissestato pavimento in pietra è stato interamente rifatto in marmo biancone di Trani e rosso Verona, attingendo i colori dell’iconografia sacra del Santo. Nel restaurare il soffitto ligneo è stato rinvenuto un cassettonato di epoca precedente, al quale era stato fissato il soffitto di epoca più recente; si è scelto di restaurare quest’ultimo perché di fattura più pregiata. Grazie al paziente ed appassionato impegno della restauratrice Stefania Volpe, la cantoria, verniciata con smalto a finto legno, è stata interamente sverniciata e riportata al colore naturale del legno, uniformando ad essa il portone d’ingresso e la controporta. Nella sacrestia, rimuovendo l’intonaco, è stato riportato alla luce un paramento murario costituito da grossi blocchi lapidei, che è stato lasciato a vista. La presenza di questo notevole elemento architettonico fa supporre che la sacrestia non facesse parte della costruzione originaria, ma che sia stata realizzata in una fase successiva.

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