Niente più taglio delle Prefetture, Benevento non si accorpa ad Avellino

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Prefettura Avellino
Prefettura Avellino

Rebus Prefetture, i ministri dell’Interno, Angelino Alfano e della Funzione pubblica, Marianna Madia, hanno rassicurato che non ci saranno chiusure, ma i sindacati li accusano di mentire.

Eppure il taglio era indicato nero su bianco su una bozza di decreto messa a punto dal ministero dell’Interno ed inviata lo scorso 9 settembre ai sindacati: 23 prefetture dovevano sparire, nel nome della spending review.

Tra queste c’era anche Benevento, da accorpare ad Avellino.

Un mese dopo – ieri mattina – il dietrofront: i ministri dell’Interno, Angelino Alfano e della Funzione pubblica, Marianna Madia, hanno incontrato un gruppo trasversale di parlamentari costituito proprio per opporsi alla sforbiciata degli Uffici territoriali di Governo e li hanno rassicurati: non c’è nessuna lista di prefetture destinate a sparire, si cercherà di ottenere in altro modo i risparmi che sarebbero arrivati per quella via.

Nel provvedimento le sedi da chiudere erano Teramo (accorpata a L’Aquila), Chieti (accorpata a Pescara), Vibo Valentia (accorpata a Catanzaro), Benevento (Avellino), Piacenza (Parma), Pordenone (Udine), Rieti (Viterbo), Savona (Imperia), Sondrio (Bergamo), Lecco (Como), Cremona (Mantova), Lodi (Pavia), Fermo (Ascoli Piceno), Isernia (Campobasso), Asti (Alessandria), Verbano-Cusio-Ossola (Novara), Biella (Vercelli), Oristano (Nuoro), Enna (Caltanissetta), Massa-Carrara (Lucca), Prato (Pistoia), Rovigo (Padova), Belluno (Treviso). Ma all’annuncio del taglio – come sempre avviene in questi casi in Italia, dai tribunali alle Province – erano subito scattate proteste, da parte dei sindacati, ma anche dai territori.

Da lì, la resistenza salva-prefetture è approdata anche in Parlamento. E la soluzione su cui si è discusso è quella di recuperare altrove le risorse che si sarebbero risparmiate accorpando le 23 prefetture: dai costi degli affitti delle sedi ad economie da fare a livello centrale.

I dati circolati nell’incontro di oggi indicano in 6 milioni di euro i risparmi ottenibili dall’accorpamento degli enti.

In precedenza, tuttavia, quando a dirigere la spending review era Carlo Cottarelli, si era parlato di un risparmio di un milione di euro per ogni prefettura tagliata. Ora ci sarà da convincere il premier Matteo Renzi sull’opportunità di riporre in un cassetto la tagliola.

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