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Napolitano lascia il Quirinale. Il discorso del Presidente

– “Sto per lasciare, ipotesi che la Costituzione prevede espressamente”. Con queste parole ilpresidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha aperto il suo ultimo discorso di fine anno in qualità di Capo dello Stato. “Le mie riflessioni avranno per destinatario anche chi presto mi succederà nelle funzioni che sto per lasciare, rassegnando le dimissioni”. “Ho toccato con mano che l’età da me raggiuntaporta limitazione e difficoltà nei ruolo complessi e impegnativi e nei ruoli internazionali affidati al Capo dello Stato”, ha spiegato il presidente Napolitano. “A quanti auspicano – anche per fiducia e affetto nei miei confronti – che continui nel mio impegno, come largamente richiestomi nell’aprile 2013, dico semplicemente cheho il dovere di non sottovalutare i segni dell’affaticamento e le incognite che essi racchiudono, e dunque di non esitare a trarne le conseguenze”. “Ho fatto del mio meglio per rafforzare l’unità nazionale. È positivo – ha continuato – che ora si torni alla normalità costituzionale, ovvero alla regolarità dei tempi di vita delle istituzioni, compresa la presidenza della Repubblica”. “Il percorso delle riforme va, senza battute d’arresto, portato a piena conclusione. Non occorre che io ripeta – l’ho fatto ancora di recente in altra pubblica occasione – le ragioni dell’importanza della riforma del Parlamento, e innanzitutto del superamento del bicameralismo paritario, nonche’ della revisione del rapporto tra Stato e Regioni. Non bisogna cedere alla sfiducia in tutta la politica”. “Non lasciamo occupare spazio sui media solo agli italiani indegni Rendiamo omaggio agli italiani esemplari. Bisogna “affrontare su larghe basi unitarie le gravi patologie di cui il paese soffre a partire dalla criminalità organizzata e della corruzione capace di infilarsi in ogni piega della realtà trovando sodali e complici in alto. Dobbiamo modificare sottofondo marcio e corrosivo della nostra società”, ha aggiunto. Nel recupero di ragionata fiducia in noi stessi risiedono le condizioni essenziali per fare rinascere la politica nell’accezione più alta che i cambiamenti necessari all’Italia chiaramente richiedono”. “Mettiamocela tutta dunque, con passione, combattività e spirito di sacrificio. Ciascuno faccia la sua parte al meglio. Io stesso ci proverò, nei limiti delle mie forze e dei miei nuovi doveri, una volta concluso il mio servizio alla Presidenza della Repubblica, dopo essermi impegnato per contribuire al massimo di continuità e operosità costituzionale durante il semestre di presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea. Resterò vicino al cimento e agli sforzi dell’Italia e degli italiani, con infinita gratitudine per quel che ho ricevuto in questiquasi nove anni non soltanto di riconoscimenti legati al mio ruolo, non soltanto di straordinarie occasioni di allargamento delle mie esperienze, anche internazionali, ma per quel che ho ricevuto soprattutto di espressioni di generosa fiducia e costante sostegno, di personale affetto, direi, da parte di tantissimi italiani che ho incontrato o comunque sentito vicini. Non lo dimenticherò”, ha concluso.

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