Musica – E’ morto a 87 anni Lelio Luttazzi, il maestro dello swing

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Lelio Luttazzi si è spento la scorsa notte nella sua casa di Trieste. Le sue condizioni di salute sono diventate precarie circa tre mesi fa a causa di una neuropatia periferica, peggiorata nelle ultime settimane. E’ stato uno dei personaggi di maggior successo della canzone italiana degli anni ’50 e ’60 ma soprattutto un protagonista della televisione, dell’epoca d’oro di Studio Uno, della radio e del cinema. Tra i primi ad importare nel panorama della canzone italiana le strutture del jazz, un modo di comporre ‘swingato’ che ha il suo primo esempio in “Muleta mia”, una canzone scritta per Teddy Reno. Ma, rimanendo nell’ambito musicale, i titoli delle composizioni di Luttazzi comprendono “Una zebra a pois”, cantata da Mina, “Il giovanotto matto”, il classico di Ernesto Bonino, “Il favoloso Gershwin”, “Promesse di marinaio” fino a quella che rimane la sua interpretazione più famosa e nostalgica, “El can de Trieste”. Lelio Luttazzi apparteneva a quella figura tipica della televisione, del musicista con capacità comiche ed intrattenitore, un ruolo che lo ha portato a condurre programmi come “Ieri e Oggi”, “Studio Uno”, “Il Paroliere”. Probabilmente l’apice della popolarità lo ha toccato grazie ad “Hit Parade” uno dei più longevi programmi radiofonici, uno dei primi esempi italiani di trasmissione dedicata alle classifiche trattate con lo spirito del varietà. Non solo Tv. Luttazzi ha firmato anche alcuni film di Totò come il celebre “Toto, Peppino e la Malafemmina” o “Totò lascia o raddoppia?”. La sua più conosciuta apparizione di attore è del 1965 nel “Ombrellone” di Dino Risi.
Luttazzi ha visto interrompersi bruscamente la sua parabola artistica quando è rimasto coinvolto in una vicenda di droga dai contorni mai chiariti della quale è risultato in un primo tempo responsabile di colpe che non erano tutte sue. Nel giugno del 1970, infatti, fu arrestato con Walter Chiari e Franco Califano con l’accusa di detenzione e spaccio di stupefacenti. L’arresto era avvenuto in seguito alla intercettazione di una telefonata tra i due. Dopo ventisette giorni passati in carcere, venne liberato e completamente scagionato. Nel periodo della sua detenzione, la conduzione di Hit Parade fu affidata all’ex-cantante Giancarlo Guardabassi, già presentatore della rubrica radiofonica Dischi caldi. Una volta riabilitato, tornò a presentare Hit Parade alla radio e riprese il programma televisivo retrospettivo Ieri e oggi. Negli anni successivi, lavorò ancora saltuariamente in televisione (nel 1982 nella trasmissione Cipria di Enzo Tortora; nel 1991 per Telemontecarlo a Festa di compleanno) prima di ritirarsi a vita privata, amareggiato dalla lapidazione mediatica cui era stato sottoposto.

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