
Avellino – L’Azienda Ospedaliera Moscati di Avellino si arricchisce di un nuovo servizio per il cittadino. Presso l’Unità Operativa di Genetica Medica, diretta da Maria Gabriella D’Avanzo, è infatti possibile eseguire il test di paternità. Fino a oggi, tale esame, che consente l’identificazione parentale, veniva eseguito inviando presso l’Università degli Studi di Firenze il campione biologico prelevato (sangue, saliva, etc.). Maria Gabriella D’Avanzo, che da oltre 15 anni si interessa dell’indagine di riconoscimento/disconoscimento di paternità, grazie all’esperienza acquisita è riuscita a ottenere le necessarie qualifiche per poter effettuare l’indagine in piena autonomia presso l’Azienda “Moscati”. In Campania, in nessun’altra struttura pubblica è possibile effettuare tale indagine. Il test di paternità, che, nella maggior parte dei casi, si svolge con un semplice prelievo di sangue o di saliva del figlio, del presunto padre, e, per avere una ancora maggiore attendibilità, anche della madre, ha un costo di circa 900 euro. “Le indagini – spiega la dottoressa D’Avanzo – vengono effettuate elettivamente sul Dna nucleare autosomico (si possono, però, utilizzare anche i cromosomi Y e X per determinate richieste), che comprende polimorfismi microsatelliti (Short Tandem Repeat – STRs), polimorfismi di sequenza (SNPs) e polimorfismi minisatelliti. L’analisi si può svolgere con metodi manuali e con metodi semiautomatici strumentali”. Il test di paternità è oggi molto richiesto, non solo da privati, ma anche per motivi legali, tant’è che l’Azienda “Moscati” ha avviato una proficua collaborazione con la Procura della Repubblica di Avellino, Ariano Irpino e Sant’Angelo dei Lombardi. Il test, inoltre, è importante anche da un punto di vista strettamente scientifico: “Non si conoscono le frequenze alleliche dei polimorfismi nella popolazione campana. – conclude la responsabile – D’Avanzo – Pertanto, l’acquisizione di tali frequenze potrebbe essere utilizzata per lo studio della suscettibilità a malattie non genetiche, della suscettibilità agli effetti dei farmaci nonché per l’individuazione di geni coinvolti in malattie rare”.