Morte di Alice Gruppioni, famiglia fa causa civile a Los Angeles

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La famiglia di Alice Gruppioni fa causa a Los Angeles. Ad un anno dalla drammatica morte della giovane imprenditrice bolognese, travolta e uccisa da un’auto impazzita il 3 agosto 2013 durante il suo viaggio di nozze, sulla Venice Beach Boardwalk, il marito e i genitori hanno formalizzato una causa civile contro città e contea di LA e contro l’investitore, Nathan Campbell, già sotto processo penale. Lo rende noto il cronista de Il Resto del Carlino e l’agenzia Adnkronos. I familiari, assistiti dall’avvocato Greg Bentley, sostengono che sia stato violato il codice 835 della California per la pericolosità del marciapiede e della proprietà adiacente, sottolineando che le condizioni pericolose comprendono anche la mancanza di barriere e piloni adeguati. L’avvocato Bentley a gennaio aveva inoltrato un ‘claim’ al Governo della California, dopo aver fatto indagini sugli incidenti e sulla sicurezza della Venice Beach Boardwalk. «La legge e le aspettative presso le agenzie governative sono chiare, la città e la contea devono proteggere le migliaia di persone che da tutto il mondo vi si riversano e devono anche proteggerle dal possibile comportamento intenzionalmente criminoso di altri. Qui – sostiene il legale – la città e la contea sapevano che più di 15 auto circolavano sul marciapiede ogni giorno, nel periodo della disgrazia, cosa che è completamente inammissibile dal punto di vista di pubblica sicurezza. Questa tragedia avrebbe potuto non essere mai avvenuta». Alice era la figlia di Valerio Gruppioni, imprenditore ed ex vicepresidente del Bologna Calcio. Dolore e sconcerto a Nusco, lo scorso anno, dove il papà di Alice, Valerio Gruppioni, è titolare della Ex Almec. Intanto, in occasione del primo anniversario della morte di Alice Gruppioni, domenica 3 agosto verrà celebrata una messa nella chiesa di Santa Maria Assunta di Pianoro (Bologna). La messa, alle 18, sarà officiata dal vescovo ausiliare emerito, monsignor Ernesto Vecchi e dal parroco, monsignor Paolo Rubbi.

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