“La scomparsa di Antonio Cassese determina un vulnus, una ferita profonda nel sistema della tutela internazionale dei diritti umani; sistema che con la sua azione efficace e lungimirante aveva contribuito a costruire su mandato dell’Organizzazione delle Nazioni Unite”. Così Enzo Sbrescia.
“Giurista raffinato, uomo colto, appartenente ad una famiglia di intellettuali, di studiosi, di insigni giuristi. Atripaldese di nascita, docente all’Università di Firenze, figlio dello storico Leopoldo e fratello del Prof. Sabino, già Ministro e attualmente Giudice costituzionale, Antonio Cassese è stato un profondo studioso del diritto internazionale, di cui sapeva coglierne, innanzitutto, il profilo sociale, legato alla necessità di tutelare i diritti umani, i diritti degli ultimi. E’ stato fondamentalmente un giurista globale, un cittadino del mondo, un uomo che, attraverso la pluralità di incarichi di altissima responsabilità, espletati per conto delle Nazioni Unite, ha affrontato come Presidente e componente dei principali organi della giustizia internazionale, alcune tra le più difficili emergenze dell’ultimo ventennio. E’ stato, tra l’altro, Presidente della Commissione internazionale d’inchiesta dell’ONU sui crimini commessi nel Darfur, Presidente del Tribunale speciale per il Libano, Presidente del Comitato europeo per la prevenzione della tortura e dei trattamenti inumani o degradanti, oltre che Presidente del Tribunale penale internazionale per l’ex Iugoslavia. Illustre accademico, altissimo magistrato nel sistema giudiziario delle Nazioni Unite, il Prof. Antonio Cassese si è sempre battuto per la salvaguardia dei diritti umani, per l’affermazione degli ideali di giustizia nella dimensione globale. Autore di testi fondamentali di diritto internazionale, riusciva a coniugare il rigore del grande studioso con una particolare capacità espositiva. Antonio Cassese si inserisce nella costellazione degli illustri Irpini, ed è stato uno dei continuatori dell’opera iniziata da Pasquale Stanislao Mancini, padre del diritto internazionale. E’ doveroso ricordare questo illustre figlio d’Irpinia che ha onorato la sua terra natale ed ha operato intensamente per difendere e consolidare, sul piano internazionale, il diritto dei popoli”.
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