Nell’occasione del centocinquantenario dell’Unità d’Italia il Comune di Morra De Sanctis onorerà la memoria del suo grande cittadino, Francesco De Sanctis, ospitando un convegno internazionale su un tema importante che ha accompagnato il processo storico della nostra Nazione : l’apporto che gli uomini di cultura, poeti, scrittori e letterati in particolare, hanno dato alla consapevolezza del sentimento di “italianità”, di coesione nazionale, di unità e solidarietà tra Nord e Sud del Paese. Un tema che diventa oggi, a distanza di tanti anni, di straordinaria attualità. Il nostro territorio era ed è quello dell’osso fatto di continue lotte per conservare od ottenere diritti ad essere considerati abitanti di un paese civile. Ancora una volta si ripropone il senso di quanto scrisse tanti anni fa Francesco de Sanctis, figura nobile della politica irpina, quella con la P maiuscola. Lungi dall’addentrarci in discussioni filosofiche noi dell’Associazione In_loco_motivi, vorremmo ricordare Francesco de Sanctis con una sua semplice ma lungimirante frase, tratta dal suo famoso “Viaggio elettorale”: “Tutto si trasforma, e qui la trasformazione è lenta. Si animi Monticchio, venga la ferrovia, e in piccol numero d’anni si farà il lavoro di secoli”. Erano quelle le speranze di una intera popolazione quella stessa che oggi assiste alla scomparsa delle ferrovie rurali, la chiusura dei plessi ospedalieri e delle scuole, la drastica riduzione del servizio di trasporto pubblico che significano la fine dello stato sociale e di diritto. Un terra buona soltanto per ospitare discariche o le contraddizioni di questo modello di sviluppo. Una terra che, nonostante ciò, cerca di resistere con le sue eccellenze del settore primario, il coraggio di tanti intelligenti e generosi operatori economici , della filiera eno-gastronomica ma anche del settore terziario e dell’artigianato e della piccola impresa. A questi soggetti una classe dirigente intellettualmente onesta e avveduta dovrebbe guardare per tentare quanto meno di arginare il disegno distruttivo dell’identità delle zone interne cosi ben pianificato. La nostra Associazione “In_loco_motivi” non è solo un insieme di persone che credono in tutto ciò ma sono convinti che la battaglia per la ” nostra ” ferrovia” Avellino-Rocchetta, chiusa dopo 116 anni e beffardamente in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, sia la metafora di questa battaglia di civiltà. Noi vogliamo ancora sperare, a fronte dell’indifferenza e della rassegnazione che spesso accompagnano i destini di questa parte del Mezzogiorno, che possano prendere vigore le idee di un diverso sviluppo economico e civile per far capire, prima a noi irpini, che nella difesa di questo mondo c’è tanta modernità. Così fece 150 anni fa con la sua lungimiranza intellettuale Francesco De Sanctis nel chiedere al nuovo Regno d’Italia la strada ferrata Avellino – Rocchetta, così dovrebbe fare una classe dirigente illuminata oggi, in tempi di miserie morali e ideali, prima che ritornino anche quelle civili.”
Redazione Irpinia
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