Morì al Partenio: nessun risarcimento per la famiglia Ercolano

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Non ci sarà risarcimento per la famiglia di Sergio Ercolano, il giovane tifoso partenopeo che morì al Partenio durante il derby Avellino-Napoli del 2003. La decisione è stata presa dal Tribunale di Napoli, XII sezione civile, dopo una lunga e complessa indagine. La famiglia del giovane di San Giorgio a Cremano aveva avanzato una richiesta di risarcimento pari a tre milioni di euro, ma che non otterrà dall’Us Avellino Spa difesa dagli avvocati Biancamaria D’Agostino e Antonio Picciocchi. L’avvocato Bianca Maria D’Agostino, difensore insieme ad Antonio Picciocchi dell’Us Avellino,ha illustrato i passaggi della vicenda giudiziaria passata prima in sede penale e poi civile. Gli eredi di Sergio Ercolano si erano costituiti, immediatamente dopo l’accaduto nel corso del procedimento penale come persone offese. Ma il processo si è concluso con l’archiviazione da parte del Gip Daniela Cortucci e il proscioglimento dall’accusa di omicidio colposo dell’allora Amministratore pro tempore della società Aniello Carrino (difeso dalla D’Agostino, ndr). Successivamente all’archiviazione, è stata attivata una procedura civile in cui gli eredi chiedevano un risarcimento danni alla Us Avellino di tre milioni di euro. La motivazione della richiesta di risarcimento si precisava nell’istanza secondo cui lo società calcistica, in quanto custode della struttura, era “oggettivamente responsabile” della tragedia. I legali della difesa, D’Agostino e Picciocchi, hanno però contestato la sussistenza della “responsabilità oggettiva”, ragioni accolte dal giudice Gaetano Gatto: “La responsabilità oggettiva – ha spiegato la D’Agostino – non sussiste in quanto l’evento si è verificato in virtù di una condotta imprevedibile e inevitabile, quindi del tutto estranea alla sfera di controllo del custode. Nel caso specifico, la morte di Sergio Ercolano è stata determinata da un gesto avulso dalla normalità dei fatti e da un uso improprio della pensilina di plexiglas da dove il ragazzo è caduto. Scavalcando la tettoia, a norma di legge e che con la sola funzione di riparare dalle intemperie la tribuna sottostante, è venuta meno qualsiasi responsabilità dell’Us Avellino”.

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