“Dal primo arrivo dei profughi nella nostra Provincia, abbiamo chiesto alla Prefettura di Avellino la definizione di un protocollo specifico sanitario per tutti i migranti. In che condizioni arrivano queste persone? Ed a quali controlli ed assistenza quotidiana vengono sottoposte? Qual’è il ruolo delle strutture sanitarie preposte?” – A chiederlo, attraverso una nota stampa, è la Cgil Ariano – Valle Ufita.
“Oggi – scrive il sindacato – dopo la sindrome di tubercolosi che ha creato panico in alcuni comuni, ci chiediamo se siano stati presi provvedimenti in tal senso. Avevamo chiesto di raccogliere per ciascun migrante un’anamnesi individuale per poter effettuare una valutazione clinica generale ed individuare eventuali patologie pregresse, che potevano necessitare di trattamenti terapeutici o eventuali sintomi e segni di malattie di recente insorgenza. Il tutto, ai fini di tutelare la salute individuale del migrante e quella collettiva”.
“Le visite, per valutare segni di malattie o condizioni che richiedevano interventi sanitari di carattere dermatologico, neurologico, cardiologico ed a carico dell’apparato digerente e respiratorio.Verificare e prendere in particolare considerazione le malattie di natura infettiva e parassitaria, comprese le infezioni/parassitosi dermatologiche (fra le quali pediculosi e scabbia) e venereologiche, tenendo sempre conto della situazione epidemiologica del paese di provenienza. Situazioni che in passato già si sono verificate tra i profughi nostri ospiti, con una morte per AIDS e casi di Scabbia.
Purtroppo fino ad ora nulla si è fatto, e manca un’assistenza sanitaria continua da parte delle strutture territoriali. Nessuna vaccinazione e nessun controllo sulla tipologia alimentare che nei centri ospitanti viene loro somministrata, generalmente pasti in netta contraddizione con gli alimenti loro abituali.
Non vogliamo essere tacciati come i soliti che creano allarmismo, ma vogliamo aprire confronti e rapporti per risolvere questioni. Vogliamo costruire progetti,come il progetto START degli ospedali bresciani , finanziato dal fondo “Asilo,Migrazione e Integrazione 2014-2020 finalizzato alla tutela della salute dei richiedenti e titolari di protezione internazionale”.