“La provincia di Avellino è precipitata in uno stato di desertificazione occupazionale drammatico, occorre cambiare passo e stategia, è impensabile continuare a sottoscrivere accordi di chiusura aziendale senza adottare un minimo di tutela per i lavoratori che hanno come certezza per un periodo di medio – lungo termine solo il loro stato di disoccupazione e l’assenza di un reddito. Bisogna reagire, lavorare all’unificazione di tutte le vertenze scoprendo spazi pubblici di confronto in cui le vittime di questa catastrofe si sentano meno soli e quindi pronti ad elaborare proposte rivendicative con cui far valere i loro diritti. I tavoli di concertazione, il dialogo impari, l’assenza del conflitto sociale permette alle aziende che negli anni delle vacche grasse hanno investito nella nostra terra, approfittando di incentivi,finanziamenti e contratti precari, di abbandonare indisturbati al loro destino centinaia di lavoratori e lavoratrici.
Siamo alle barbarie, l’assuefazione non risolve i problemi, la partecipazione determinata e ferma può invertire il corso delle vicende. Il Governo del compromesso ha pesanti responsabilità per quanto sta avvenendo, nessuna misura seria è stata adottata nonostante i proclami la farsa degli annunci, per creare nuova occupazione urge cambiare la politica economica ,tassare le rendite finanziare, tagliare i costi inutili – TAV, F.35, spese militari,stipendi e pensioni dei manager e dei parlamentari, fissando un tetto massimo di 5000 euro mensili ed investire per creare occupazione vera e di pubblica utilità”.