Renato Spiniello – La tecnologia delle stampanti 3D al servizio della lotta alla diffusione del Coronavirus, le idee arrivano tutte dall’Irpinia.
Prima gli ingegneri di 3DRap, i geni di Capocastello che, tra le altre cose, costruiscono i simulatori per i piloti di Formula 1, e che gratuitamente hanno convertito le stampanti 3D per costruire valvole fondamentali per trasformare le maschere da snorkeling in respiratori per gli ospedali di Brescia, e poi l’inventiva dell’ingegnere aereospaziale di Altavilla Irpina Marco Genito, che si occupa dei processi speciali di produzione presso la Com.Stamp di Montemiletto.
Il dispositivo riutilizzabile di protezione facciale pensato da Marco è composto da 2 pezzi: la parte con il portafiltro e la chiusura dello stesso, al suo interno si possono inserire filtri fatti in casa in Tnt (tessuto non tessuto), carta filtrante (carta forno) o qualsiasi materiale sottile adatto.
Rispetto ad altre mascherine protettive stampabili, il portafiltro non richiede una chiusura tramite spessore in silicone da installare, ma presenta una filettatura capace di sostenere il filtro e rendere ermetica la chiusura, inoltre il tempo di stampa risulta di appena 2 ore.
Marco, che ha riscontrato diversi feedback positivi della sua idea, sta lavorando anche a nuove tipologie di mascherina, per esempio con filtri con spessori maggiori. “Per la modellazione mi sono basato sul mio viso – ci racconta -. In solo 6 ore il file stampabile ha raggiunto già 69 download non solo in Italia ma anche a Tokyo, in India, nei Paesi Bassi e a Istanbul“.
Ovviamente il file è scaricabile in maniera totalmente gratuita: “Non ho mai pensato di monetizzare o di speculare su quest’emergenza – chiosa il giovane ingegnere aerospaziale -. Il mio intento è rendere disponibile quest’idea al fine di risolvere un problema che non è solo campano o italiano ma mondiale”.