Irpinianews.it

Margherita – De Mita: nessun dialogo con D’Ambrosio e Co.

Margherita – Partito unico: non un imbroglio. Un punto fisso della campagna elettorale del 2006 dove dovrà prevalere “la disponibilità della nostra cultura a dare risposta alla domanda che è nella gente”. Riflessioni dell’on. Ciriaco De Mita al tavolo del quartier generale di via Tagliamento a conclusione degli interventi di Nicola Mancino, Luigi Anzalone, Mario Sena, Francesco Maselli, Carmine De Blasio, Pino Rosato, Franco Vittoria. Una direzione provinciale – c’erano tra gli altri Giuseppe De Mita, Enza Ambrosone, Palerio Abate, Michele Langastro, Nicola Di Iorio, Rosanna Repole, Rosetta Casciano, Domenico Covotta, etc. etc. – momento di confronto importante per preparare la corazza di ferro, di acciaio, o…., a seconda dei punti di vista, per il prossimo importante appuntamento: le Politiche. E’ prevalso il dialogo di fronte ad una “verità” che scotta: legge elettorale “scelta opportunistica”. Innanzi alla quale correre ai ripari costruendo l’unione solidale tra i partiti, le regole dell’ascolto e rifuggendo dalle ambizioni degli eletti (De Luca e non solo, ndr) per i quali De Mita ha già emesso la sentenza: “Contrasterò con durezza chi ha intenzione di ritagliarsi la propria fetta”. “Siamo un partito che si lascia tentare di organizzarsi in proprio. Soprattutto avviene da parte degli eletti, mi riferisco un po’ a tutti, un po’ meno ai parlamentari. E’ la sensazione più negativa: credono di essere i padroni”.
Dalle ambizioni tutte interne al partito, alla posizione che a qualcuno appare ‘stantia’: quella della Direzione di via Carlo Del Balzo: “Sostiene che la Margherita non si sia pentita dopo Fontanarosa, io dico: qualunque forma di dialogo con la dirigenza irresponsabile diessina, non ci sarà”. Precisazioni a conclusione di un excursus che non ha trascurato nulla:

PRIMARIE:
“La sola lettura che non si può dare è che hanno scelto Prodi e la sua fantasia politica… C’è stata la componente di chi non era dell’Ulivo ma voleva votare contro Berlusconi. Poi la partecipazione delle persone e i meccanismi della politica che non permettono ciò”. Una riflessione dalla quale partire “per cogliere come al nostro interno la crescita unitaria, la convergenza del programma, le opinioni divergenti non servano a fare sgambetti. Ritengo che il percorso ci porterà alla decisione di maggio, però dobbiamo spiegare bene che non è un imbroglio: i politici anziché litigare si misurano con la superbia dell’intelligenza”. “Il che non esclude che ci possa essere una motivazione non solo dello stare insieme. A differenza del passato, ora vogliamo creare una motivazione comune che non sarà però possibile. Più diventiamo la stessa cosa sul piano della esecuzione del governo, più si esaltano le individualità”.

LISTA UNICA:
“Non avverto il disagio della lista unica. Farò la campagna elettorale non contro i Ds. Farò la campagna elettorale. Sono preoccupato del rischio di avere una coalizione dove ognuno può comportarsi autonomamente. La lista, che crea meno problemi, perché già ne crea abbastanza è quella di Rifondazione Comunista. C’è poi Mastella che ha il problema del 2% per sopravvivere e che dice di uscire ed entrare, ma alla fine non lo crederà nessuno”. “La mia paura è che con la proporzionale, saranno rieletti gli stessi”. “Il fatto che non hanno messo la quota delle donne, è significativo: hanno votato la legge con l’illusione di salvarsi”. (di Teresa Lombardo)

Exit mobile version