“Il vero problema da risolvere è la rimozione dei rifiuti dal capannone”. Gerardo Petracca non gira intorno ai concetti per chiarire una situazione che con il trascorrere del tempo continua ad aggravarsi. Ed ha portato, oggi, al licenziamento di 35 operai della Irm. Una vertenza difficile ma non impossibile, anche se i presupposti per risolverla sono nelle mani del Commissariato di Governo. Come ha spiegato lo stesso Petracca, ad oggi la situazione è questa: “Non esistono ammortizzatori sociali per questa categoria di lavoratori, ragion per cui il licenziamento è apparso l’unica via d’uscita per la società. Ma esistono delle alternative. Se Catenacci autorizza la rimozione dei rifiuti rimasti nello stabilimento, la situazione potrebbe regolarizzarsi. I lavori, infatti, potrebbero riprendere in quanto gli enti preposti, compreso l’Arpac, hanno chiarito la possibilità per la Irm di continuare l’attività sospesa. A condizione, però, che nell’impianto vengano trattati esclusivamente i rifiuti che rientrano nella categoria dei ‘non pericolosi’”. Dunque riavviare l’attività sta a significare garantire alle 35 unità lavorative la possibilità di riappropriarsi del proprio posto di lavoro. E i sindacati e le istituzioni competenti sono già a lavoro. L’assessore provinciale Bruno Fierro ha fatto richiesta al Prefetto di un incontro urgente che possa riunire al tavolo delle trattative la Fibe, Catenacci ed i vertici aziendali. Un summit che, data l’urgenza, dovrebbe aver luogo entro l’inizio della prossima settimana. Ma c’è ancora qualcosa da chiarire. “Sia chiaro – spiega Petracca – che i sindacati non sono contro il processo di delocalizzazione dell’azienda. Tuttavia c’è una puntualizzazione: per delocalizzare l’azienda occorre che la stessa sia ‘viva’. Occorre un progetto che la renda operativa e ne consenta il trasferimento dei macchinari, degli operai e di quant’altro è necessario alla sua operatività”. Chiarito il concetto non resta che attendere la prossima settimana, solo allora Catenacci potrà pronunciarsi sulle sorti dello stabilimento e di conseguenza dei 35 operai. (m.d.p.)
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