Marco Grasso – Un intervento di puntellatura della palestra, da avviare nel giro di un paio di settimane, per poi puntare dritto al dissequestro della sede storica del Liceo “Mancini”. Questa la linea della Provincia, emersa nel corso dell’ultimo confronto tecnico tra il presidente Domenico Biancardi e il professore Bruno Calderoni, docente di Tecnica delle Costruzioni alla “Federico II” e consulente della Provincia durante l’incidente probatorio proprio per alcune verifiche sulla palestra, lato ex Amabile.
Al vertice hanno preso parte anche il dirigente dell’Area Tecnica Antonio Marro, il responsabile dei Servizio di Edilizia Scolastica Giovanni Micera, il funzionario dell’Utc Fernando Pisano e il legale della Provincia, l’avvocato Luigi Petrillo.
Per i lavori si annuncerebbero tempi relativamente stretti. L’obiettivo è tornare rapidamente nelle disponibilità dell’edificio di via de Concilii, sotto sequestro da oltre un anno e mezzo, in modo da essere operativi per l’inizio del nuovo anno scolastico. L’attenzione, quindi, è tutta rivolta verso la palestra: la scuola del resto, in base a quanto stabilito nell’ordinanza del Riesame del 29 novembre scorso, è a posto sotto il profilo statico. Resta da risolvere, appunto, il problema della palestra ex “Amabile”.
Ma se la Provincia sembra aver indicato la strada da seguire nelle prossime settimane, docenti e genitori sono in fibrillazione. “Come docenti sapevamo che il professore Calderoni – precisa la professoressa Manuela Muscetta – stesse lavorando su una doppia ipotesi, quella dell’intervento di puntellatura e quella di un progetto complessivo di ristrutturazione. Francamente faccio fatica a comprendere come si sia arrivati a questa decisione e, ancor meno, l’ottimismo del presidente Biancardi”.
“La verità – incalza la docente del “Mancini” – è che si continua a perdere tempo, inseguendo l’obiettivo del dissequestro con continui cambi di rotta e decisioni che non tengono conto del fattore tempo. Abbiamo l’esigenza di uscire dall’attuale situazione di emergenza, la priorità è questa. Per me, come per tanti altri docenti e decine e decine di famiglie, è assurdo che in tutti questi mesi non sia ancora individuata una sede alternativa, un plesso unico in grado di ospitare le classi attualmente sparpagliate su tre sedi. Il mio timore è che tutto resti immutato e invariato anche per il prossimo anno scolastico”.
L’imminente chiusura dell’anno scolastico non sembra insomma destinata a placare gli animi. Docenti e genitori potrebbero organizzare nei prossimi giorni un momento di confronto anche per definire una linea d’azione comune che salvaguardi, prima di tutto, gli oltre 1200 studenti del “Mancini”.
“Crediamo sia arrivato il momento di coinvolgere nuovamente il Prefetto e il Provveditore. Abbiamo bisogno di un tavolo istituzionale, di un momento di confronto quantomai necessario – conclude la Muscetta – per provare a fare chiarezza su una vicenda diventata ormai paradossale”.