Mercogliano – Come ogni anno si rinnova l’appuntamento con la Candelora a Montevergine e già scoppia la polemica intorno alle iniziative del programma dedicato alla difesa dei diritti civili della persone Lgbt promosse come ogni anno dalla Rete per la Candelora a Montevergine. Sul punto si registra l’intervento dell’attivista Lgbt e già deputato Vladimir Luxuria: “Sono dieci anni che vado alla Candelora – dice – e l’ho sempre fatto con assoluto rispetto, per il luogo e soprattutto per tutti i credenti. L’ultima volta ero in mezzo a due trans una di loro chiedeva a ‘Mamma Schiavona’ di essere aiutata sentimentalmente e una chiedeva alla madonna di portare un po’ di conforto alla mamma gravemente malata di tumore. Sono persone che si recano al santuario di Montevergine non per fare un defilè, ma perché sono persone devote. Io ci vado da dieci anni, ma la tradizione dei femminielli e dei cosiddetti diversi, che però davanti alla Madonna di Montevergine sono tutti uguali, è una tradizione che affonda le radici fin dal Medioevo. Mi sembra quindi un segnale di grande integralismo, grande chiusura, nulla potrà vietare a persone che hanno la voglia di farsi sentire di pregare la madonna Schiavona, nessuno potrà impedire a queste persone di entrare al Santuario”.
Proprio questa mattina si è tenuta la conferenza stampa della Rete per la Candelora in cui sono stati illustrati gli appuntamenti in calendario e sono stati raccontati gli intenti che animano questa edizione del Candelora Day. E proprio in quella sede si era ribadito lo spirito di accoglienza, accettazione e non belligeranza che porta gli attori del movimento al Santuario. “Montevergine e l’irpina possono essere identificati come un volano di trasformazione – ha dichirato Carlo Cremona alla conferenza stampa che si è tenuta a In Campus di Via Mezzocannone a Napoli – Noi siamo sempre saliti da laici, perché a noi interessava la piazza, quella piazza in cui in anticipo rispetto al Pride Nazionale a Napoli si potesse essere se stessi alla luce del sole.
A Montevergine c’era un patto di non belligeranza che in passato era riferito solo ai femminielli, una figura che un tempo aveva questa rappresentazione bucolica di ibrido, e che perché unione di due sessi era in qualche modo asessuato, e quindi veniva accettato nelle case per aiutare le donne. Quel femminiello oggi non esiste più ed ha lasciato il posto ad una questione più problematica che è quella dell’identità di genere, ovvero uomini e donne che riconoscono, e vogliono venga riconosciuto, il mancato allineamento tra identità di genere ed aspetto biologico”.
Redazione Irpinia
Testata giornalistica registrata al tribunale di Avellino con il n. 422 del 21.5.2014
- Redazione – Via Dell’Industria snc – Pietradefusi (AV)
- 082573384
- redazione@irpinianews.it