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La rubrica “L’opinione di…” dedicata al direttore del giornale “Piueconomia” Alfredo Picariello.
“Scrivere dell’Avellino calcio (e poi su “Il Biancoverde”, colori con i quali siamo cresciuti, che abbiamo amato e che continuiamo ad amare, nonostante si faccia il tifo anche per l’altra squadra campana, il Napoli), fa sempre venire i brividi. Parlare dell’attuale momento, certo. Ma non si può, per un attimo, non ricordare la propria vita spesa dietro a quella maglietta: allo stadio a cinque anni (con la Nord piccola piccola), a fare il tifo con mezza famiglia; provare a diventare calciatore dei Lupi (con scarso successo) con la grande formazione “Allievi” del grande mister Rino Valente; vivere il sogno della serie da A da vicino, con mio padre dirigente (Augusto Picariello) ai tempi di Ivic, Bianchi e tanti altri. Certo, sono ricordi. Ma li rispolvero anche per un altro motivo. Perché, ad onor del vero – nonostante segua le sorti dell’Avellino molto più da lontano oggi – mi sembra che quell’ambiente, quella magia, stia pian piano ritornando. Le due ultime annate sono state belle, non solo propizie di risultati. Belle perché entusiasmanti, una galoppata senza sosta. Grazie, innanzitutto, al presidente Taccone (non lo conosco, quindi non è piaggeria). E’ stato bravissimo a ricostruire l’ambiente, a ridare ottimismo, a mettere su una squadra più che competitiva che ha fatto parlare di sé, bene, in tutto il Paese. A dare, e questo non è un aspetto per nulla secondario, managerialità alla società, creando figure, come quella di Sergio De Piano, ad esempio, molto utili da tutti i punti di vista. Una società di tutto rispetto che ha puntato su di un allenatore che è innanzitutto un signore. Una persona d’altri tempi, mister Rastelli è un gentiluomo del calcio, forse uno dei pochi rimasti. E mister Rastelli ha plasmato un team che non solo fa degli ottimi risultati, ma gioca anche bene, entusiasma, riportando anche gente allo Stadio, al “nostro” Partenio-Lombardi, sempre così bello da ammirare. Insomma, comunque vada quest’anno, è già un successo. Un primo anno di serie B ad altissimi livelli. Io non me lo sarei mai aspettato. Certo, ci fidavamo di questa squadra e di questo allenatore, ma ad ogni modo si pensava ad una “salvezza sofferta”. Ed invece, salvezza con largo anticipo e in corsa per i play off. Beh, meglio di così. Ce la siamo giocata e ce la stiamo giocando alla pari con le migliori squadre. Qualche piccola distrazione poteva essere evitata, questo è sicuro. Ma non si può chiedere di meglio a questa squadra. Non si può chiedere di meglio a questa società. Ed un grande plauso anche ai tifosi ed alla stampa. Come dicevo prima, è ritornato il clima giusto. L’Avellino farà parlare bene di sé anche negli anni a venire. Nel ringraziare “Il Biancoverde”, vorrei soltanto condividere con la testata un grosso saluto, fraterno ed affettuoso, all’uomo che è stato uno dei primi a “sottoporsi” al mio taccuino di giornalista nel lontano 1993: ciao Paolo Pagliuca, vinci per noi”.