C’è uno spettro che si aggira per l’Europa, e non è il capitalismo come scrivevano Marx ed Engels nel Manifesto del Partito Comunista. Quello spettro, almeno al giorno d’oggi, è il terrorismo.
Dopo il recente attentato di Londra è di pochi minuti fa la notizia di una esplosione avvenuta all’interno della metropolitana di San Pietroburgo, in Russia, tra le stazioni di Sennaya Ploshchad e Tekhnologichesky Institut. La conta al momento è di almeno venti feriti e dieci morti.
Un episodio che la procura generale russa ha già bollato come “attentato terroristico” aggiungendo di fare “tutto il possibile per precisare tutti i particolari che riguardano questo attentato affinché niente del genere succeda in futuro”.
Secondo una primissima ricostruzione dei fatti a esplodere dentro il vagone a Sennaya è stato un ordigno improvvisato riempito di frammenti di proiettili, il cosiddetto shrapnel, in grado di ferire un maggior numero di persone proprio a causa dell’aggiunta di “elementi lesivi”.
Probabilmente non si tratta di un attacco kamikaze in quanto l’ordigno è stato lasciato sul vagone prima ancora della partenza del convoglio.