Negli ultimi mesi, sempre con maggiore frequenza, nelle palestre irpine impazza la moda dell’allenamento funzionale. Un metodo di allenamento che spesso viene associato a termini inglesi e non, quali TRX, kettlebell, fitball, ma anche corde, barre per trazioni, jump rope e sacche bulgare. A tal punto che molti di voi avranno letto uno dei suddetti termini su Internet e magari, mossi dalla curiosità, vi sarete mossi alla ricerca di un qualcosa che poteva evitarvi iscrizioni e mensilità in palestra.
Il functional training, come ogni altro tipo di allenamento, è il risultato di un’attenta ricerca ed evoluzione, per cui quando si parla di esercizi funzionali bisogna precisare che se fatti male possono recare molti più danni degli esercizi classici. Con l’adeguata guida, tale allenamento comporta una grande efficacia in termini di risultati, per questo motivo, per fare chiarezza e non indurre molti di voi all’errore di poter essere personal trainer di voi stessi, abbiamo chiesto lumi sull’argomento ad un trainer esperto come Mauro Noio, ex calciatore dilettante e ora istruttore presso il complesso sportivo di Avellino, Country Sport. Mauro segue il percorso formativo presso la WTA Functional Training Accademy, prima in Europa per nascita e formazione, che studia nei minimi dettagli la meccanica della postura umana.

“Un allenamento si definisce funzionale se rispecchia i gesti della vita quotidiana – spiega Mauro Noio a Irpinianews – Movimenti naturali realizzati grazie alla contrazione sinergica di più gruppi muscolari. E’ un metodo di allenamento, quindi, da sempre presente nella storia dell’uomo, fin dai tempi degli ominidi, che utilizzavano movenze quali il balzo o la torsione per cacciare. Stesso la raccolta o il carico della preda può essere definito come allenamento funzionale. Questi movimenti venivano riprodotti più e più volte durante la giornata per esigenze di sopravvivenza, ora siamo circondati da un ‘finto’ benessere in cui prevale il sedentarismo. Le persone conducono una vita statica, senza mai cambiare posizione, sedute alle relative scrivanie e davanti ai rispettivi monitor di laptop e telefono cellulare. Il benessere di cui ci siamo circondati ci porta ad assumere posizioni scorrete, che il nostro corpo paga con il tempo: spalle ricurve, petto rinchiuso, tanto che alcune catene muscolari, quali quelle posteriori, vengono intoccate. I movimenti più comuni dell’uomo e della donna di oggi sono alquanto statici, per questo è nato l’allenamento funzionale. Un metodo che permettere di tornare ad essere padroni del proprio corpo, lavorando su tutti e tre i piani, ovvero il sagittale, quello frontale e quello trasversale, cosa quest’ultima che non può essere svolta con l’allenamento tradizionale. Tutte le società sportive, anche quelle professionistiche, hanno adottato tale metodo, in quanto l’atleta lavora simultaneamente sulla fisicità, sulla forza esplosiva, sulla resistenza, sulla fase aerobica, sull’apparato cardiocircolatorio e su quello respiratorio. I benefici sono relativi soprattutto alla postura”.
Come si svolge l’allenamento funzionale e che attrezzature utilizza?
“Si parte con una fase di Warm Up, ovvero di riscaldamento, di mobilità articolare che è propedeutica alla Main Part, cioè all’allenamento in sé. Esso si svolge principalmente a corpo libero, tuttavia vengono utilizzate alcune attrezzature quali il TRX o Flying, la Cat Ball, le Clave, le Bags piene di acqua (Flowbags) o sabbia (Sandbags) per rendere il carico instabile e quindi aumentare la difficoltà dell’esercizio stesso. Ovviamente tra le attrezzature sono comprese anche le barre per trazioni”.
In cosa questo metodo di allenamento differisce dall’allenamento tradizionale e quali benefici in più comporta?
“La differenza principale è l’assenza della fase statica, non vi è il movimento isotonico classico delle attrezzature tipiche da palestra. Le fitness machine forniscono movimenti guidati e in più isolano il lavoro su minime fasce muscolari. Un esempio classico è l’esercizio dello ‘squat’, che se svolto al multipower può avere un’efficacia limitata. Infatti il movimento guidato dell’esercizio stesso può portare a deconcentrazione, invece se lo stesso movimento viene svolto con un bilanciere sulle spalle e quindi a corpo libero, magari su base instabile, il corpo è portato ad un’esecuzione perfetta, in quanto si lavora anche di tecnica. I benefici comportano anche l’utilizzo di muscoli stabilizzatori, altrimenti non interessati dal movimento al multipower”.
A chi è consigliabile questo metodo di allenamento e quante volte va svolto a settimana?
“Essendo un allenamento a corpo libero è consigliabile a tutti, sia uomini che donne e di tutte le età. Il movimento a corpo libero è autogestibile, per cui i carichi vengono stabiliti a seconda della propria forza e della propria intensità di allenamento. Ci sono alcune leggi, quali quella del pendolo, ovvero dell’assistenza e quella vettoriale, dell’inclinazione, che a seconda che sia maggiore o minore comporta, appunto, maggiore o minore intensità. In più si può rendere l’esercizio ancora più difficile aumentando l’instabilità della base. Il functional più lo pratichi, più hai risultati, mentre le altre attività aerobiche portano il corpo ad adattarsi a quel movimento dopo un certo numero di sedute, questo allenamento invece permette di poter osare sempre più e quindi di rendere i muscoli sempre più partecipi. Le sedute settimanali minime sono due e, almeno per chi è agli inizi, è sempre bene essere seguiti da un trainer”.
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