Laceno d’Oro, al Carcere Borbonico arriva Andrea Cosentino

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Grande successo ieri pomeriggio per la MasterClass tenuta al Carcere borbonico da Abel Ferrara. Nella splendida cornice di via Dalmazia, il cineasta newyorkese si è intrattenuto con i suoi fan per circa due ore concedendosi generosamente alle tante domande di fan e curiosi sulla sua vasta produzione cinematografica e sulla figura di Pier Paolo Pasolini, al centro del suo ultimo lavoro, che gli è valso il premio “Camillo Marino” alla carriera.

Questa sera, alle 22:30, i riflettori del Laceno d’Oro, festival internazionale del cinema organizzato dal Circolo culturale “immaginAzione”, giunto alla 40esima edizione saranno puntati su Andrea Cosentino che porterà in scena lo spettacolo teatrale “Angelica” attraverso il telemomò, linguaggio di sua invenzione, provocatorio e innovativo, declinato attraverso monologhi ispirati al mondo della fiction televisiva per raccontare una versione degradata della vita.

“Angelica”, per la regia di Andrea Virgilio Franceschi e liberamente ispirato ai testi di Pier Paolo Pasolini, conclude il dittico di Cosentino detto “del presente” composto da “L’asino albino” spettacolo sul tempo che passa e da “Angelica”, appunto, una pièce che affronta il tema universale della morte.

Come al solito non c’è storia. Ogni tentativo di abbozzarne una sfiora la retorica e scivola nel ridicolo. C’è semmai – come e più del solito – il gusto di smontare le storie. Ci sono dunque degli ingredienti, dei brandelli di dialoghi e situazioni abbozzate. Una troupe che sceglie di girare uno sceneggiato televisivo in una casa di un quartiere popolare romano. Un’attrice – Angelica appunto – che continua a recitare la propria morte, fino allo sfinimento. Ciò che si ripete in teatro ci fa ridere. Perché è il passato che pretende di ritornare come niente fosse.

Cosentino gioca con la realtà e la finzione televisiva con un lavoro di montaggio quasi cinematografico, incarna ogni personaggio e condisce il tutto con ricordi personali, con spiazzanti fuori programma in cui trovano posto le processioni del venerdì santo a Chieti con la Madonna che oscilla pericolosamente, un vecchio Papa malandatissimo a cui lanciano bambini che si spiaccicano sui vetri della papamobile e un’arzilla e loquace vecchina che presta la propria verace casa romana per le riprese della fiction.

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