
Avellino – “Nicola era ed è una persona eccezionale. E’ lui che mi dà la forza di affrontare quanto sta accadendo”. E’ l’affermazione di Giovanna Netta, la 31enne vedova del Capitano dell’Esercito Nicola Ciardelli, che questa mattina ha deciso di affrontare la stampa, locale e nazionale, che da due giorni affolla il vialetto di Via Modestino Romagnoli. “Lo amo. L’ho sempre amato. Sono fiera di lui e del suo lavoro”. Al suo fianco il Capitano Gianfranco Ogiano, la Tenente-psicologa Mara Sampietro, i militari della dell’Esercito che da ieri mattina fanno da filtro agli ingressi nel palazzo ed il cappellano della Caserma “Berardi”. Giovanna stringeva tra le mani una croce e con un filo di voce ed in un atteggiamento composto ma determinato ha affrontato le domande dei giornalisti. “E’ un Ufficiale dell’Esercito che ha fatto e fa il suo mestiere con passione e dedizione. Siamo tutti fieri di lui”. La giovane vedova parla al passato ma rimarca le frasi al presente come se volesse lasciare intendere che per lei Nicola non è morto “…per me è come se fosse ancora in missione”. E poi qualche pausa… troppo forte il dolore. “La vita continua. Avanti con i carri come diceva sempre Nicola quando si dovevano superare momenti di difficoltà”. A spiegare come Giovanna sta trascorrendo queste terribili ore è stata la Tenente Mara Sampietro, la psicologa che da ieri è al fianco della giovane donna. “Giovanna mi ha raccontato la sua storia d’amore. Un amore forte sin dal primo momento. Un amore che hanno coronato e si è rafforzato con la nascita del piccolo Niccolò. Non è stato facile confortarla… in questi tragici eventi le parole giuste non esistono. Giovanna trova la forza in Nicola ed in Niccolò… sono l’ancora di salvezza, sono il motivo per andare avanti. Ovviamente stiamo facendo di tutto per starle accanto ma Giovanna ha trovato nella fede in Dio la spiegazione a questa tragedia”. E Giovanna parla anche del lavoro del marito e ricorda quando “…solo una volta gli ho detto di non partire poi… più niente perché capivo quanto fosse importante per lui questo lavoro. E’ un Ufficiale e lo sarà sempre. Ha fatto il suo mestiere con passione e dedizione e tutta la famiglia è fiera di lui”. Poi pensa a Niccolò, a quando sarà cresciuto e domanderà del padre “…suo figlio sarà orgoglioso di lui. Saprà tutto del padre, tutto quello che è successo. Gli racconterò di quanto ci ha creduto lui e di quanto ci ho creduto io, perché questa causa l’abbiamo sposata insieme. Il nostro amore è nato ed è cresciuto in questi termini. Ho sempre saputo quanto lui ci credesse e …ci ho creduto con lui. Ha fatto il suo dovere e io sono e sarò sempre orgogliosa di questo”. Poi racconta le telefonate che “… tutte le sere Nicola faceva. Mi chiedeva del bambino. Mi tranquillizzava anche se capite che tutti i familiari di militari in missione non vivono momenti facili… la paura che possa succedere qualcosa c’è ma… Lui era molto dedito al suo lavoro. Forse c’era un disegno. Doveva andare così. Del resto ho sempre condiviso le sue scelte, ne abbiamo sempre parlato”. Poi ha ricordato l’ultima telefonata avvenuta nella serata di mercoledì, poche ore prima della tragedia, del vile attentato a Nassirya “…quella sera abbiamo parlato del bimbo, di noi, dei nostri progetti per il futuro. Ha chiesto di Niccolò – il bambino di soli due mesi e mezzo che è stato stretto tra le braccia del padre per solo una settimana in quanto il Capitano era stato chiamato per la nuova missione nella forza internazionale di pace – Niccolò saprà che suo padre è stato un eroe… anche se a Nicola non piace questa definizione perché la missione è il suo lavoro, nel bene e nel male”. La giovane vedova non riesce a pensare al futuro, almeno per il momento “…ritornerò a Pisa. C’è la nostra casa, le nostre cose, i nostri ricordi ma… non so se ci rimarrò…avanti con i carri”. Intanto domani pomeriggio dovrebbero arrivare in Italia le salme dei tre militari caduti nell’attentato di Nassirya: l’atterraggio del ‘C130’ dell’Aeronautica a Ciampino è previsto intorno alle 16.00 mentre i funerali dovrebbero tenersi a Roma nella mattina di martedì. Era il 27 febbraio quando il Capitano Nicola Ciardelli è dovuto partire per Nassirya per la missione di pace e sarebbe dovuto ritornare in Italia nel mese di giugno. Ma così non sarà… l’Ufficiale rientra in anticipo dalla missione e purtroppo in una bara avvolta dal Tricolore… ad attenderlo ci sarà proprio lei: Giovanna Netta accompagnata dalla psicologa dell’Esercito raggiungerà Roma. (di Emiliana Bolino)