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La Valentino e le ‘nuove ragioni’ per credere nel Movimento Sinistra

Roma – Quella di oggi è una giornata significativa per il Movimento per la sinistra. La neonata area vendoliana, nata da una costola del Prc, è scesa in campo a Roma per partecipare, al fianco dei metalmeccanici e dei dipendenti, allo sciopero generale indetto dalle sigle Fiom e Fb della CGIL. Una manifestazione che si protrarrà per otto ore.

Tra la folla dei 3 cortei che stanno proprio ora sfilando per l’Urbe c’è anche Maria Grazia Valentino, esponente provinciale del Movimento della Sinistra che si accoda alle proteste degli scioperanti. Il motivo della sua presenza è semplice: “Per ripartire, la sinistra deve cominciare dal lavoro perché non esiste maggiore priorità per la società italiana contemporanea così come per la nostra provincia”.
La crisi economica ormai entrata senza bussare anche nelle case degli irpini, l’incalzante precarizzazione del lavoro, la nuova ondata di emigrazione dalla provincia verso il nord di giovani, quasi sempre laureati sono i motivi per cui il movimento vendoliano si trova a marciare per le strade romane. “Era giusto partecipare come sinistra anche per il momento delicato che sta vivendo il sindacato, sottoposto a continui attacchi o spesso trascurato dall’indifferenza di alcuni partiti (il Pd in primis) che temporeggiano nello schierarsi.”

Da qui un’ulteriore riflessione della Valentino che definisce le altre priorità da cui partirà il Movimento per la Sinistra e da cui dovrà ripartire l’intera Sinistra: “Il lavoro. Ma anche i diritti civili e l’ambiente”. La ricetta è semplice: riallacciarsi alla realtà, partire dal basso, dalla gente e smetterla di ragionare solo in termini di dirigenti di partito. “Perché – dice la Valentino – nasciamo proprio all’insegna di metodi e pratiche partecipative. È per questo che siamo un movimento è non un partito, perché vogliamo dare nuove ragioni di sperare a chi non crede più nel Pd, o a chi non s’interessa più alla vita politica sia in senso attivo che passivo, e soprattutto a chi non si riconosce il quella vecchia Rifondazione Comunista sterile e fine a sé stessa”.

Una frattura dovuta quindi allo scetticismo di quell’area vendoliana che non crede più al “Restaurazionismo” proposto da Ferrero. “Non crediamo che basti rispolverare le bandiere o i simboli rossi per dare nuovo slancio alla sinistra: quello che bisogna fare è ricostruire i ponti con la società e creare una grande forza di sinistra che abbia la capacità di ritornare a pesare politicamente”. Un progetto di sicuro ambizioso che comporta tempi di realizzazione lunghi e che si configuri come un processo all’insegna della laicità e della massima apertura. “Perché non è nelle nostre intenzioni chiuderci al dialogo, anzi. Speriamo in un confronto politico – programmatico tra le forze del centro sinistra”. Dopodichè la Valentino chiosa così: “Mi rifaccio ad una frase enunciata da Vendola nel corso dell’Assemblea Nazionale di Chianciano del 24 e 25 gennaio scorso “Il nostro non è un partito ma è un partire”.

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