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La spesa in energia a prezzo fisso

La spesa in energia rappresenta una voce significativa per le piccole e medie imprese: scegliere la fornitura giusta può fare la differenza sui bilanci aziendali a fine anno.

Per queste ragioni è molto importante conoscere le differenze e cosa comporta la scelta tra il prezzo fisso e quello variabile, perché è bene essere consapevoli delle conseguenze che porta un’opzione piuttosto che un’altra.

Nelle prossime righe vediamo come viene stabilito il prezzo fisso dell’energia e quali sono tutte le voci presenti in bolletta.

Energia prezzo fisso: l’unità di misura del kilowattora

L’unità di misura dell’energia è il kilowattora (kWh) che misura la quantità di energia assorbita in un’ora da un apparecchio della potenza di 1 kilowatt (1000 Watt).

Il prezzo del kWh dipende dal contratto di fornitura che si è sottoscritto, mentre la quantità di kWh consumati è rilevata dal contatore dell’energia che registra, appunto, i consumi.

Nelle offerte di energia a prezzo fisso il costo dell’energia viene determinato durante la fase di negoziazione del contratto e poi rimane stabile per tutta la sua durata, che può variare tra gli uno e i due anni.

Energia prezzo fisso: le tariffe e le fasce orarie

Le tariffe dell’energia a prezzo fisso sono solitamente di due tipi:

Tariffa monoraria: il prezzo dell’energia al kWh non cambia nel corso della giornata e rimane fisso per tutta la durata dell’offerta stabilita nel contratto di fornitura.

Tariffa a Fasce di consumo: il prezzo dell’energia al kWh cambia nel corso della giornata. Solitamente sono previste tre fasce orarie:

Energia a prezzo fisso: da cosa dipende il saldo delle bollette?

Sono diverse le voci di spesa che compongono il totale da pagare delle bollette della luce, a prescindere dal contratto a prezzo fisso o variabile:

Scendiamo nel dettaglio.

La spesa per trasporto e gestione del contatore si paga per:

Come si pagano?

Spesa per gli oneri di sistema:

Gli oneri di sistema sono dei costi fissi presenti in bolletta e rappresentano le spese relative al sostegno delle energie rinnovabili (Asos) e ad altri oneri di sistema (Arim). Questi oneri sono stabiliti dall’ARERA (Autorità energia elettrica e gas) e sono uguali per ciascun fornitore. La spesa complessiva è data da una quota fissa e una variabile che varia in funzione del consumo.

Energia a prezzo fisso o variabile: quale è meglio?

L’offerta a prezzo fisso consente di bloccare il prezzo dell’energia e/o del gas, ciò significa che se aumentano i prezzi sui mercati all’ingrosso, il prezzo contrattualizzato non subirà variazioni, ma allo stesso tempo non si potrà godere di eventuali abbassamenti dei prezzi.

Vediamo adesso i pro e i contro dell’energia a prezzo variabile:

Il vantaggio di scegliere tariffe a prezzo variabile risiede nella possibilità di godere delle riduzioni del prezzo dell’energia.

Lo svantaggio principale è dovuto al fatto che, se il prezzo della materia prima energia aumenta, aumentano anche le spese in bolletta. Non è possibile quindi pianificare le spese nel medio e lungo periodo. Fatto trascurabile quando ci riferiamo alle utenze domestiche ma che assume una valenza più importante se ci riferiamo alle utenze aziendali.

Per ovviare a questi problemi, per avere una risposta affidabile a questi dubbi la soluzione è affidare la gestione delle utenze aziendali al servizio di Utility Management di FBC Italia, l’azienda leader in Italia per quanto riguarda le utilities e le commodities.

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