Carnevale a Montemarano, la nota di Natalia De Vito della locale Pro Loco.
La lamentazione per Carnevale morto è un rituale molto diffuso, è una forma di teatro popolare molto nota che trova in questa trasgressione carnevalesca tutta la sua forza.
A Montemarano, come in tante altre zone della Campania, la fine del Carnevale, viene festeggiata la prima domenica di Quaresima, dopo le Ceneri, quando è già Quaresima da quattro giorni. Il Carnevale morto ha sempre attirato l’attenzione dell’ambiente ecclesiastico che in passato non vedeva di buon occhio il prolungarsi della festa, ma ciò nonostante, la comunità conserva tuttora la tradizione, unica, del suo carnevale.
Dopo l’euforia carnevalesca, insomma, con l’inizio della Quaresima, tempo di divieti ed astinenze, si apre un nuovo periodo. Per questo, in molte culture popolari, sin dai tempi passati, si rivolge un saluto al Carnevale con tanto di cerimonie funebri e cortei. La scena rappresenta un vero processo di umanizzazione del Carnevale. Viene infatti portato in processione su un carretto addobbato con fiori, ghirlande, salsicce e salumi.
I festeggiamenti prevedono la lettura di un testamento ed il funerale simboleggia il capro espiatorio di tutti i mali. E’ auspicabile che la composizione e la lettura del testamento, oltre a prevedere una certa fantasia, permettano sempre allo spettatore di calarsi perfettamente nel contesto in cui viene costruita la trama (spettatore che cerchi di andare alla ricerca di vocaboli montemaranesi antichi e in disuso) e che rendano comprensibile lo spettacolo non solo ai cittadini del paese ma anche a chi non è avvezzo al dialetto montemaranese.
Quello che è certo è che Carnevale si dice sia morto, con la faccia serena, la croce di rape sul petto e la pancia piena.