La dott.ssa Gelsomina Melchionne spiega: come riconoscere e gestire il diabete con la giusta alimentazione

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La dott.ssa Gelsomina Melchionne, biologa nutrizionista a Manocalzati, ci accompagna oggi alla scoperta di una patologia sempre più diffusa ma spesso sottovalutata: il diabete.
Si tratta di una malattia cronica caratterizzata da livelli elevati di glucosio nel sangue, una condizione nota come iperglicemia, che si verifica quando l’organismo non produce abbastanza insulina o non riesce a utilizzarla correttamente. L’insulina, infatti, è l’ormone prodotto dal pancreas che permette al glucosio di entrare nelle cellule per essere trasformato in energia. Quando questo processo si interrompe o diventa inefficiente, il glucosio resta nel sangue e con il tempo può danneggiare diversi organi.

Esistono diverse forme di diabete. Il diabete di tipo 1 è quello in cui manca completamente l’insulina perché le cellule del pancreas che la producono vengono distrutte dal sistema immunitario. È una condizione che insorge spesso in età giovanile ma può manifestarsi anche negli adulti. Il diabete di tipo 2, invece, è la forma più frequente e si sviluppa generalmente in età adulta: in questo caso l’insulina viene prodotta, ma le cellule non riescono a utilizzarla correttamente. È spesso legato al sovrappeso, alla sedentarietà e a un’alimentazione poco equilibrata. C’è poi il diabete gestazionale, che può comparire in gravidanza a causa di cambiamenti ormonali che aumentano la resistenza all’insulina: di solito scompare dopo il parto, ma rappresenta un fattore di rischio per il diabete di tipo 2 negli anni successivi.
Il diabete viene diagnosticato attraverso semplici esami del sangue: due valori di glicemia a digiuno superiori a 126 mg/dL, oppure un valore uguale o superiore a 200 mg/dL due ore dopo un carico di glucosio, o ancora un valore casuale superiore a 200 mg/dL in presenza dei sintomi tipici. Anche l’emoglobina glicata è un parametro importante: se supera il 6,5%, è indice di diabete. Esistono poi situazioni intermedie, chiamate pre-diabete, in cui la glicemia non è ancora abbastanza alta da parlare di malattia, ma è comunque superiore ai valori normali. È un segnale d’allarme che non va ignorato, perché con il giusto intervento si può prevenire l’evoluzione verso il diabete vero e proprio.
I sintomi più comuni includono sete intensa, minzione frequente, fame aumentata, perdita di peso inspiegabile, affaticamento e disturbi della vista. Tuttavia, nel diabete di tipo 2 possono passare anni prima che la persona si accorga del problema, perché i sintomi sono spesso lievi o assenti. Per questo, controllare periodicamente la glicemia è sempre una buona abitudine, soprattutto se si hanno familiarità o fattori di rischio.
Come spiega la dott.ssa Melchionne, la dieta del diabetico non deve essere rigida o restrittiva, ma equilibrata, varia e adatta allo stile di vita di ciascuno. Nessun alimento deve essere considerato completamente vietato, purché ci sia consapevolezza nelle scelte e, quando necessario, un moderato controllo delle porzioni. Se c’è sovrappeso, una riduzione dell’apporto calorico giornaliero può aiutare a migliorare la sensibilità all’insulina e a riequilibrare la glicemia.
È importante prestare attenzione non solo alla quantità di zuccheri, ma anche al loro indice glicemico (IG), cioè alla velocità con cui vengono assorbiti e fanno salire la glicemia nel sangue. Meglio scegliere alimenti a basso indice glicemico, come cereali integrali, legumi, verdure e frutta meno zuccherina. I cereali integrali – come riso, pane e pasta integrali – contengono fibre che rallentano l’assorbimento dei carboidrati e aiutano a mantenere la glicemia stabile. Ottime alternative sono anche orzo, farro, avena, grano saraceno e quinoa.
I legumi, come fagioli, ceci e lenticchie, sono grandi alleati nella prevenzione e nel controllo della glicemia. Anche il pesce, soprattutto quello azzurro, e le carni bianche come pollo, tacchino e coniglio, rappresentano ottime fonti proteiche. Tra le verdure si possono consumare liberamente quelle a foglia verde e le crucifere come cavoli e broccoli, che hanno un indice glicemico molto basso. Per quanto riguarda la frutta, va scelta con attenzione: meglio mele, pere, agrumi, kiwi, frutti di bosco e in generale la frutta meno matura, evitando invece quella disidratata o troppo zuccherina come banane, uva, melone e anguria.
Un piccolo spazio può essere riservato anche alla frutta secca (noci, mandorle, nocciole), che, se consumata in porzioni moderate, aiuta a controllare i livelli di zucchero nel sangue. I dolcificanti possono essere usati, ma con cautela, e bisogna sempre evitare dolci industriali, snack, insaccati, fritti, formaggi molto grassi e bevande zuccherate come bibite e succhi confezionati.
Oltre all’alimentazione, la dott.ssa Melchionne ricorda l’importanza dell’idratazione e dell’attività fisica regolare, che sono veri e propri strumenti di prevenzione. Bere almeno un litro e mezzo di acqua al giorno e dedicare tempo, almeno tre volte a settimana, a una camminata o ad attività fisica moderata, può fare davvero la differenza nel controllo della glicemia.
In definitiva, modificare le proprie abitudini alimentari e di vita è il modo più efficace per prevenire e gestire il diabete. Non esiste un piano alimentare valido per tutti: ogni persona ha bisogni, gusti e obiettivi diversi. Per questo è fondamentale rivolgersi a un professionista qualificato, capace di creare un percorso personalizzato.
Per un piano nutrizionale su misura e una consulenza approfondita, puoi rivolgerti alla dott.ssa Gelsomina Melchionne, Biologa Nutrizionista.
📍 Manocalzati (AV) – Piazza S. Marco, 34
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