Avellino – Vicenda Irisbus, il Governo impone la melina. Non ci sarebbero manifestazioni d’interesse di imprenditori orientati a rilevare il colosso della Valle Ufita e così l’incontro programmato al Mise per venerdì 15 novembre non ci sarà. Manca ancora la conferma ufficiale da parte del Dicastero di via Veneto a Roma ma l’appuntamento tanto atteso dalle tute blu di Flumeri sarebbe destinato a slittare. “Al 90% l’incontro è destinato a slittare – afferma Antonio Oliviero della Ugl Metalmeccanici – Il nostro sindacato è disponibile a sedersi al tavolo delle trattative purchè si riapra lo stabilimento, anche se si dovesse prospettare l’ipotesi di diversificare la produzione all’interno della fabbrica. Non possiamo aspettare che la vicenda si concluda solamente con la mobilità”.
Intanto, sull’ipotesi di revamping, i referenti di Resistenza Operaia hanno scritto su Facebook: “Si continua a perdere tempo nel voler dimostrare che si possono riutilizzare i vecchi autobus, E1, E2…, da rottamare. L’esempio c’è già, l’Hybus. Per riaprire la fabbrica di Valle Ufita, invece, ci vogliono un imprenditore e un governo che mettono i “soldini” per rinnovare una flotta di autobus tra le più inquinanti, obsolete e pericolose d’Europa, motivo per cui continuiamo a pagare multe salate all’UE. Letta aveva preso un impegno in campagna elettorale: “…Il governo Bersani, per il quale noi lavoriamo, sarà un governo che metterà il tema della politica industriale e del rilancio dell’Italia come grande produttore manifatturiero al centro della sua azione… Per quanto ci riguarda noi non vogliamo abbandonare questa vocazione industriale vogliamo renderla moderna… Per quanto ci riguarda l’impegno a mettere in campo e a concretizzare questa vocazione industriale sarà il cuore della costruzione del governo che faremo. Quello che è certo che cercheremo di fare di tutto perchè l’evoluzione di quella vicenda non finisca soltanto come un accompagnamento alla chiusura del sito e che sia una vicenda gestita dall’Inps e non dal Ministero dello sviluppo economico questo è quello che mi sento di poter dire come nostro impegno, faremo di tutto perchè sia una vicenda da MISE e non da INPS perchè crediamo che sarebbe un modo di alzare bandiera bianca che io ritengo un fallimento, un fallimento di politica industriale, di politica dei trasorti del nostro Paese…”. Letta ci deve una risposta!”, conclude la nota degli operai.
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