Incendi e bomba a Solofra, Giella risponde al Gip: non sapevo che auto era rubata

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SOLOFRA- Il quarantenne Stefano Giella, finito ai domiciliari per il danneggiamento mediante incendio e l’esplosione di una bomba carta in quattro distinti episodi avvenuti a Solofra tra ottobre e novembre scorso ha risposto a tutte le domande del Gip del Tribunale di Avellino, che ha firmato nei suoi confronti una nuova misura cautelare agli arresti domiciliari. Il quarantenne, assistito dall’ avvocato Rolando Iorio, ha spiegato al Gip Lucio Galeota il probabile incrocio tra il suo telefono e le celle telefoniche che riguardavano la zona di Solofra. Ovvero il fatto che lavorasse di notte a Salerno e che quindi agganciasse nella notte la cella della città conciaria perché viaggiava lungo il Raccordo. Una versione diversa rispetto a quella ricostruita dalle indagini dei Carabinieri è stata fornita anche per quanto riguarda un ulteriore indizio raccolto a suo carico nel corso delle indagini. Si tratta della vettura, una Fiat Grande Punto blu, rubata a Marzano di Nola, a bordo della quale era stato trovato Giella in compagnia di un altro soggetto atripaldese noto agli inquirenti. L’indagato, che era stato bloccato dai Carabinieri nella notte del 13 dicembre scorso all’interno della vettura e denunciato per ricettazione del veicolo, avrebbe spiegato di non aver mai saputo del fatto che la vettura fosse rubata e che era la prima volta che si trovava all’ interno della stessa, tra l’altro come passeggero. La difesa non ha avanzato richiesta sulla misura applicata, molto probabilmente tutto sarà deciso davanti ai giudici del Tribunale del Riesame. Le indagini dei Carabinieri della Compagnia di Solofra vanno avanti per identificare anche complici e mandati dei raid.