MONTORO- L’operazione usuraria era riferita ad imprenditori irpini e quindi nella logica criminale spettava alle organizzazioni irpine ottenere i vantaggi economici dalla stessa. E’ cosi’ che al termine di un vero e proprio subentro illecito tra tre diversi gruppi criminali, contigui o intranei ad altrettanti clan di camorra, i presunti referenti del Nuovo Clan Partenio avevano imposto che la somma residua di un debito usurario contratto da due imprenditori di Montoro e Solofra nel settembre del 2023, passato sia attraverso un esponente vicino al clan Genovese del salernitano che a due esponenti vicini al clan D’Alessandro di Castellamare di Stabia, alla fine doveva essere corrisposta agli avellinesi. I due debitori costretti a pagare fino al 20% di interessi al mese, diventati in alcuni periodi somme per 4500 euro mensili. Logiche criminali e uno spaccato inquietante quello che emerge dall’inchiesta della Dia di Salerno coordinata dai magistrati della Dda di Salerno, il Procuratore Rocco Alfano e il Procuratore Aggiunto Francesco Soviero, che questa mattina ha portato alla notifica di sedici decreti di fermo di indiziati di delitto di usura ed estorsione (sia tentata che consumati) fa emergere uno spaccato inquietante anche sui rapporti tra organizzazioni criminali sul territorio. In particolare quello irpino. Dalle indagini sulla intricata vicenda usuraria e’ infatti emersa una vera e propria successione nella gestione del debito usurario, alla fine nelle mani dei “ragazzi di Avellino”, ovvero soggetti con legami o intranei al Nuovo Clan Partenio. Ma come ci si arriva? Proprio in relazione ad un rapporto di forza e una sorta di supremazia territoriale sugli affari illeciti delle organizzazioni locali. Nel caso specifico, visto che gli imprenditori che si erano indebitati erano di Montoro, doveva subentrare il clan che operava in quel territorio. Ovvero il “Nuovo clan Partenio”. Cosi, dopo che uno dei debitori era stato convocato in un bar di Montoro, dove gli era stata imposta una rata di duemila euro al mese come interesse sulla restante somma di sessantamila euro dal referente del Nuovo Clan Partenio, rispetto alle perplessità delle vittime di dover pagare sia gli avellinesi che gli stabiesi, gli era stato riferito che era stato trovato un accordo fra i due gruppi. Un segnale ed una vicenda quella ricostruita dalla Dia di Salerno che laddove confermata dai prossimi passaggi giudiziari, dimostrerebbe l’operatività del “Nuovo clan Partenio” anche dopo le pesanti condanne inferte ai vertici.
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