Il penalista Aufiero: a Bellizzi Irpino 150 detenuti senza avvocato, una vergogna

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AVELLINO- “Domani al termine dei lavori ci sarà un pranzo offerto dai detenuti di Sant’Angelo dei Lombardi, una cosa bella, che ci riempie di orgoglio. In Irpinia c’e’ un altro carcere, quello di Bellizzi Irpino. E’ un carcere in cui manca lo Stato, mancano più di cento agenti, in cui i detenuti non si trovano in condizioni, 150 detenuti che non hanno un avvocato e che non credono piu’ nella giustizia. Centocinquanta detenuti su seicento sono una vergogna per lo Stato ma anche per l Avvocatura. Mi auguro che la Camera Penale di Avellino farà qualcosa per restituire il diritto di difesa ai detenuti”.

Il presidente ha chiuso così davanti ad un’aula Magna “Rosario Livatino” affollata per partecipare alla prima della due giorni organizzata dalla Camera Penale sul “Contrasto giudiziario e giuridico alla criminalità mafiosa”. Una considerazione non del tutto pertinente, ha specificato lo stesso presidente della Camera Penale Irpina, ma una denuncia forte, che arriva davanti ad una platea di avvocati e magistrati.

Aufiero sul tema oggetto della due giorni di studio ha voluto subito precisare: “Parlare di criminalità organizzata e di contrasto può essere scivoloso, parlarne in questa aula significa che la criminalità organizzata esiste e va combattuta con il rispetto delle regole”. Ci sono poi delle domande che sulla base delle esperienze professionali il penalista pone alla platea: Non ho mai capito perché all’indomani della misura cautelare gli indagati vengano spediti fuori regione, a centinaia chilometri di distanza”.

E ha raccontato di cosa era avvenuto proprio in una vicenda che lo ha visto difendere in un processo di camorra (quello al Nuovo Clan Partenio ndr) alcuni imputati: “Otto imputati in otto regioni diverse. Questo non l’ ho mai capito, un supplizio che non ha nulla a che vedere con le esigenze cautelari”. Rappresentando anche alla platea il viaggio surreale da Tolmezzo ad Agrigento, tremila chilometri fatti per discutere con loro sulle richieste da portare all’udienza preliminare. Altro tema sollevato e’ quello della videoconferenza: “Il videocollegamento è il futuro, ma possiamo dirlo che comporta un insopportabile violazione evidente del diritto di difesa?”. Senza dimenticare i termini di custodia cautelare e l’abuso cautelare nelle inchieste relative alla criminalità organizzata.