Il cantante americano Ronnie James Dio è morto all’età di 67 anni a causa di un tumore allo stomaco. Una delle voci più potenti dell’hard rock, Ronnie ha militato nei Rainbow e nei Black Sabbath, dei quali era entrato a far parte nel 1979 dopo la cacciata di Ozzy Osbourne per problemi di alcol. Dopo varie vicissitudini, nel 2006 la band si era ricostituita con il nome di Heaven & Hell. Può senza ombra di dubbio essere definito il cantante hard rock per eccellenza. La sua carriera, iniziata con gli Elf nei primi anni 70, ha avuto la prima svolta nel 1975, quando Ritchie Blackmore lo chiama per i suoi Rainbow, la creatura nata dopo l’uscita del chitarrista dai Deep Purple. Con Dio vengono realizzati tra album che segnano in maniera indelebile la storia dell’hard, divenendo punto di riferimento e modello per decine di band a venire. “Ritchie Blackmore’s Rainbow”, “Rising” e “Long Live Rock’n’Roll” (più il live “On Stage”) sono tre gioielli nel loro genere. Ma Dio non aveva solo una grande voce, ma anche un carattere niente male. E la convivenza con Blackmore diventa ben presto impossibile. Così, approfittando della cacciata di Ozzy Osbourne dai Black Sabbath, nel 1979 saluta tutti e accetta l’offerta di Tony Iommi. Anche in quel caso sono scintille, le personalità in campo sono troppo forti per non scontrarsi, ma la tensione è benefica sotto il profilo dell’ispirazione artistica: due soli album prima della separazione, ma due pietre miliari nella storia del gruppo e dell’hard rock in generale, “Heaven and Hell” e “Mob Rules”. Dopodiché Dio si dà alla carriera solista con il suo gruppo, “Dio”, con i quali pubblica dieci album, salvo tornare con i Black Sabbath una prima volta nel 1991 per l’album “Dehuminazer” e poi ancora nel 2006, quando il gruppo si riforma in quella formazione storica del 1979 scegliendo però di presentarsi con un altro nome, Heaven&Hell, come il titolo del primo album fatto insieme. Poi la malattia. L’annuncio viene dato nel 2009, la diagnosi è tremenda: cancro allo stomaco. Le prime notizie però, come sempre in questi casi, sono positive, ispirate all’ottimismo. Le cure vanno bene, Ronnie sta meglio, la chemio funziona. Ma in realtà non è così.
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