Il fiume Sele è diventato un lago: la denuncia in un convegno

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L’acqua del Sele, tra i pochi fiumi che in Campania conservano un’alta naturalità, a causa della portata d’acqua molto ridotta e dell’insabbiamento dell’ultimo tratto non riesce più a raggiungere il mare. In un incontro tra le associazioni ambientaliste e le amministrazioni tenutosi a Contursi si è potuto constatare come l’alto Corso del fiume Sele sia diventato un ruscello e la poca acqua presente sia in gran parte dovuta ai due affluenti principali Tanagro e Calore salernitano. “Se non si provvederà velocemente a istituire misure di salvaguardia – affermano Enzo Armenante Vicepresidente WWF Campania e Giovanni Centola, Responsabile sezione Valle del Sele – lo stato dell’ecosistema fluviale sarà destinato ad aggravarsi”. Le cause sono da addebitarsi certamente ai cambiamenti climatici con la mancanza di piogge ma la responsabilità maggiore ricade sulle captazioni selvagge che si hanno lungo il fiume. “Cosa fa la Regione per controllare il prelievo di acqua alla sorgente da parte dell’acquedotto pugliese? Chi controlla i pozzi ed i prelievi d’acqua? Perché l’Autorità di Bacino interregionale del Sele non ha ancora completato lo studio relativo al flusso minimo vitale, che deve assicurare la vita della flora e fauna del fiume? Dov’è l’Ente Riserva Foce Sele Tanagro istituito dalla Regione nel 2003 e dov’è il Presidente, cha da circa due anni, è irreperibile? Come si sono attivati la Comunità della Riserva, i comuni, le Comunità Montane, le Province di Salerno ed Avellino? L’Assessorato alle Aree Protette regionale sta effettivamente premendo perché la Riserva sia presente e attiva sul territorio? Abbiamo decretato la fine di questi splendidi ecosistemi?”. Tanti, troppi, interrogativi che danno luogo, secondo i due ambientalisti, a “grosse inquietudini legate anche a motivi di ordine economico, legati allo sviluppo di questo territorio. Sono stati persi circa 280mila euro per il mancato funzionamento dell’Ente, si è persa l’occasione di promuovere progetti di tutela dell’area con i fondi POR 2000/2006 e, se le cose non cambieranno, si perderanno anche quelli 2007/2013”. Il WWF è molto preoccupato per l’avvenire di questo fiume e chiede l’impegno di tutti per affrontare velocemente le problematiche evidenziate, “…mantenendo la convinzione che soltanto l’impegno di un Ente Riserva serio possa porre un adeguato contenimento alle minacce e gradualmente fare rinascere l’ecosistema fluviale, restituendolo alle popolazioni locali”.

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