«Stare insieme tutti, essere uniti e provare anche a correggere qualche errore del passato, perché qualcuno l’abbiamo commesso anche noi, no? Ve lo dice uno che non è indifferente alle candidature altrui. Livio Petitto, che è candidato con Forza Italia, è un mio amico: mi dispiace, ma ne comprendo le ragioni. Naturalmente, io sono rimasto coerente. Gianluca Festa? Ne comprendo le ragioni, ma non le condivido affatto. Tuttavia, era uno che stava con noi. Laura Nargi, idem. Forse, insomma, queste vicende — senza arroganza né la presunzione di attribuire responsabilità solo agli altri — meritano una riflessione. Se siamo intellettualmente onesti, dobbiamo farla anche noi».
Così l’ex sottosegretario Umberto Del Basso De Caro, che nel pomeriggio ha promosso un incontro-dibattito dal titolo “Cammino Comune” al Grand Hotel Irpinia. Con lui, il presidente dell’assemblea provinciale dei democratici Gerardo Capodilupo, la vicesegretaria Adriana Guerriero, il consigliere regionale Maurizio Petracca e l’onorevole Federico Conte. In platea – tra gli altri – il segretario provinciale del Pd Nello Pizza, diversi sindaci e gli ex consiglieri comunali di Avellino Nicola Giordano ed Enza Ambrosone.
Alla domanda se sia auspicabile un congresso unitario, De Caro risponde senza esitazioni: «Per forza. Non possiamo dividerci: serve assolutamente un congresso unitario, perché le ragioni della divisione devono, una volta tanto, lasciare spazio a quelle dell’unità. Avellino è stata commissariata per molti anni, più di quanti ne abbia avuti con una segreteria irpina autonoma. Ora, le ragioni dello stare insieme ci sono tutte».
E aggiunge: «Spero che il risultato elettorale confermi — ne sono sicuro — la rielezione del consigliere regionale del Pd irpino. Poi, naturalmente, si pone un problema di funzione politica e anche di partito: se restiamo sempre fermi alle questioni su chi conta di più o chi conta di meno, non andremo lontano. Qualcuno ha auspicato più volte un congresso pensando che qualcuno potesse spaventarsi. Io no. Non ho paura, per esempio».
A fargli eco il presidente dell’assemblea provinciale del Pd Gerardo Capodilupo, che afferma: «Veniamo da quattro anni di una segreteria che ha lavorato tanto e ha lavorato molto bene. Ci apprestiamo a compiere diciotto anni come partito: abbiamo ancora il carattere di un adolescente, nel senso che a volte ci facciamo la guerra da soli e non riusciamo a trovare una soluzione. Però, questa volta, siamo sul pezzo: dobbiamo difendere dieci anni di buon governo a livello regionale e impedire che questa destra, incapace e pericolosa, possa anche solo pensare di governare la Campania. Per questo dobbiamo essere molto forti e sostenere la scelta del campo largo, anzi essere propositivi, avanzando varie proposte e dando voce — casomai — a chi non ce l’ha, come le periferie e, soprattutto, le aree interne».
Sulla prospettiva di un congresso unitario in Irpinia, Capodilupo aggiunge: «Sono d’accordissimo e credo anch’io che, in questo momento storico, l’unità sia la virtù migliore a cui possiamo aspirare. Perché, rispetto alla destra, noi abbiamo patito la mancanza di unità. Se riusciamo ad andare insieme ed essere realmente uniti, possiamo fare la differenza».
E conclude: «Io come segretario unitario? Sono sempre al servizio del partito. Sono partito da un piccolo paese di cento abitanti e continuo a fare politica per le persone. Poi, in base a come andranno le cose, ognuno farà le proprie valutazioni. È ora anche di un congresso cittadino, che è fondamentale. È persino più importante di quello provinciale, perché, vedete, il centro di gravità delle discussioni provinciali è sempre stato Avellino. Ora dobbiamo dare vita a un organismo forte, che possa procedere di pari passo con quello provinciale. La città di Avellino ha bisogno di un segretario cittadino».