
Solofra – Ha riscontrato grande consenso di pubblico la mostra antologica “Il tratto e il pensiero” dedicato all’artista – poeta solofrano Alfonso Grassi. Tenutasi a Napoli presso il Castel dell’Ovo, la rassegna è stata ideata e curata da Alfonso Grassi junior e Vincenzo De Luca. Il Grassi, deceduto a Salerno nel febbraio del 2002, ha avuto come guida maestri illustri tipo Savieri, Caprile, Notte ma soprattutto Giorgio De Chirico. Fu amico di Pietro Annigoni e Giorgio Sciltian. Definito il ‘pittore dei vecchi’, Grassi spiegava sempre che il suo ‘vecchio’ dal volto increspato era il simbolo dell’uomo che ha lavorato, sofferto, e degno dunque di un meritevole riposo oltre la stima della gente, soprattutto dei giovani che dovrebbero vedere in lui il saggio. Dipingere per Grassi significava afferrare al volo la personalità dell’individuo per intuirne le varie emozioni perpetuandole sulla tela con i molteplici colori. Nei suoi quadri si nota il ritorno di una pittura antica riesumata dall’uomo attuale e svincolata abilmente dai residui accademici. Un autoritratto di sé il Grassi lo ha lasciato tramite i versi: “Mi sono ubriacato di colore tutta la vita/ e nella mano stanca stringo il pennello/ come fosse una spada, di una giustizia/ seppellita nel cimitero dell’ arte”. Ha dipinto il suo mondo con versi, “Un cavalletto, dei pennelli, tanti colori/ tante speranze per dipingere il mondo/ che volevo…”. Troviamo nei suoi quadri gli animali come pure nei suoi versi: “Vorrei tornare nel verde altopiano del Terminio/ addormentato sotto il sole d’agosto/ per dipingere ancora il lento movimento degli animali/ al pascolo…”. (di Dante Grimaldi)