I Giovani Democratici di tutta Italia si apprestano a vivere una delle esperienze più importanti e avvolgenti della loro vita politica: è infatti nel pieno del suo divenire la prima vera fase congressuale della più grande organizzazione politica giovanile del nostro Paese. A pochi giorni dal Primo Congresso Provinciale di Avellino, a parlare è Gennaro Zollo, Presidente della Commissione Congressuale, che esordisce in maniera perentoria: “Questo Congresso può rappresentare un momento davvero solenne, soprattutto se i tanti militanti appassionati e i giovani dirigenti concentreranno la proprie energie e la propria attenzione nell’operare una seria analisi dei tre anni trascorsi.”
Zollo, impegnato nelle ultime tre settimane a coordinare il lavoro dell’intera organizzazione provinciale, è un fiume in piena e prosegue: “È un’occasione decisiva soprattutto, per la federazione provinciale di Avellino che in questi ultimi dieci giorni è stata capillarmente impegnata dagli innumerevoli Congressi Territoriali, diversi dei quali hanno dimostrato fermamente, attraverso documenti e proposte politiche concrete, il loro impegno e la loro lealtà nei confronti di questa organizzazione. In quest’ultima calda settimana, ho avuto il piacere di partecipare a diverse assise congressuali e la cosa che più mi ha reso fiero di far parte di quest’organizzazione è stata la partecipazione appassionata e la volontà palese ed inequivocabile di stimolare un confronto serrato e discussioni di qualità, restituendo così un ruolo chiave ai circoli territoriali: è dai territori e dai militanti di questa giovanile che è necessario ripartire. Proprio dalle realtà locali, sempre con un occhio attento a ciò che accade a livello nazionale, bisogna vivere la collegialità nelle scelte politiche che devono emergere dalla coniugazione di esperienze e di valori. Insomma, per dirla tutta, occorrerebbe davvero un cambio di passo deciso, occorrerebbe forse essere più radicali nelle scelte e più radicati sui territori.
Il congresso provinciale che ci apprestiamo a vivere credo debba essere da stimolo per tutti noi per riscoprire quel senso di responsabilità che troppe volte è mancato alla nostra organizzazione, quel senso di responsabilità che deve necessariamente farci comprendere che il consenso democratico lo si costruisce quando esso stesso diviene un obiettivo da perseguire, e perciò richiede tutte le energie possibili.
Ecco perché credo fermamente che il momento che stiamo vivendo non possa rappresentare assolutamente una linea che delimita l’orizzonte, al di là del quale non si scorge più nulla, ma al contrario deve essere il segnale che ognuno di noi è disposto a fare sacrifici, il segnale che ognuno di noi vuole assumersi in maniera corresponsabile parte del lavoro necessario per costruire un serio progetto comune, attraverso il confronto delle idee, legate quest’ultime ad un unico obiettivo: far si che la politica ritorni ad essere strumento di salvaguardia degli interessi nazionali e non degli interessi di parte, evitando così che la nostra organizzazione possa diventare un semplice luogo di auto riproduzione di ceti dirigenti in continua lotta per la conquista di un potere personale.
Ci sono delle priorità da tenere in debita considerazione, c’è la necessità che la nostra organizzazione si spenda attivamente rispetto alle condizioni in cui versa il nostro sistema produttivo provinciale che, negli ultimi mesi, ha subito un forte rallentamento principalmente sul fronte delle problematiche che afferiscono ai settori del lavoro e dei trasporti.I Giovani Democratici di tutta Italia si apprestano finalmente a vivere una delle esperienze più importanti e avvolgenti della loro vita politica: è infatti nel pieno del suo divenire la prima vera fase congressuale della più grande organizzazione politica giovanile del nostro Paese. A pochi giorni dal Primo Congresso Provinciale di Avellino, a parlare è Gennaro Zollo, Presidente della Commissione Congressuale, che esordisce in maniera perentoria: “Questo Congresso può rappresentare un momento davvero solenne, soprattutto se i tanti militanti appassionati e i giovani dirigenti concentreranno la proprie energie e la propria attenzione nell’ operare una seria analisi dei tre anni trascorsi.”
Zollo, impegnato nelle ultime tre settimane a coordinare il lavoro dell’intera organizzazione provinciale, è un fiume in piena e prosegue: “È un’occasione decisiva soprattutto, per la federazione provinciale di Avellino che in questi ultimi dieci giorni è stata capillarmente impegnata dagli innumerevoli Congressi Territoriali, diversi dei quali hanno dimostrato fermamente, attraverso documenti e proposte politiche concrete, il loro impegno e la loro lealtà nei confronti di questa organizzazione. In quest’ultima calda settimana, ho avuto il piacere di partecipare a diverse assise congressuali e la cosa che più mi ha reso fiero di far parte di quest’organizzazione è stata la partecipazione appassionata e la volontà palese ed inequivocabile di stimolare un confronto serrato e discussioni di qualità, restituendo così un ruolo chiave ai circoli territoriali: è dai territori e dai militanti di questa giovanile che è necessario ripartire. Proprio dalle realtà locali, sempre con un occhio attento a ciò che accade a livello nazionale, bisogna vivere la collegialità nelle scelte politiche che devono emergere dalla coniugazione di esperienze e di valori. Insomma, per dirla tutta, occorrerebbe davvero un cambio di passo deciso, occorrerebbe forse essere più radicali nelle scelte e più radicati sui territori.
Il congresso provinciale che ci apprestiamo a vivere credo debba essere da stimolo per tutti noi per riscoprire quel senso di responsabilità che troppe volte è mancato alla nostra organizzazione, quel senso di responsabilità che deve necessariamente farci comprendere che il consenso democratico lo si costruisce quando esso stesso diviene un obiettivo da perseguire, e perciò richiede tutte le energie possibili.
Ecco perché credo fermamente che il momento che stiamo vivendo non possa rappresentare assolutamente una linea che delimita l’orizzonte, al di là del quale non si scorge più nulla, ma al contrario deve essere il segnale che ognuno di noi è disposto a fare sacrifici, il segnale che ognuno di noi vuole assumersi in maniera corresponsabile parte del lavoro necessario per costruire un serio progetto comune, attraverso il confronto delle idee, legate quest’ultime ad un unico obiettivo: far si che la politica ritorni ad essere strumento di salvaguardia degli interessi nazionali e non degli interessi di parte, evitando così che la nostra organizzazione possa diventare un semplice luogo di auto riproduzione di ceti dirigenti in continua lotta per la conquista di un potere personale.
Ci sono delle priorità da tenere in debita considerazione, c’è la necessità che la nostra organizzazione si spenda attivamente rispetto alle condizioni in cui versa il nostro sistema produttivo provinciale che, negli ultimi mesi, ha subito un forte rallentamento principalmente sul fronte delle problematiche che afferiscono ai settori del lavoro e dei trasporti.I Giovani Democratici di tutta Italia si apprestano finalmente a vivere una delle esperienze più importanti e avvolgenti della loro vita politica: è infatti nel pieno del suo divenire la prima vera fase congressuale della più grande organizzazione politica giovanile del nostro Paese. A pochi giorni dal Primo Congresso Provinciale di Avellino, a parlare è Gennaro Zollo, Presidente della Commissione Congressuale, che esordisce in maniera perentoria: “Questo Congresso può rappresentare un momento davvero solenne, soprattutto se i tanti militanti appassionati e i giovani dirigenti concentreranno la proprie energie e la propria attenzione nell’ operare una seria analisi dei tre anni trascorsi.”
Zollo, impegnato nelle ultime tre settimane a coordinare il lavoro dell’intera organizzazione provinciale, è un fiume in piena e prosegue: “È un’occasione decisiva soprattutto, per la federazione provinciale di Avellino che in questi ultimi dieci giorni è stata capillarmente impegnata dagli innumerevoli Congressi Territoriali, diversi dei quali hanno dimostrato fermamente, attraverso documenti e proposte politiche concrete, il loro impegno e la loro lealtà nei confronti di questa organizzazione. In quest’ultima calda settimana, ho avuto il piacere di partecipare a diverse assise congressuali e la cosa che più mi ha reso fiero di far parte di quest’organizzazione è stata la partecipazione appassionata e la volontà palese ed inequivocabile di stimolare un confronto serrato e discussioni di qualità, restituendo così un ruolo chiave ai circoli territoriali: è dai territori e dai militanti di questa giovanile che è necessario ripartire. Proprio dalle realtà locali, sempre con un occhio attento a ciò che accade a livello nazionale, bisogna vivere la collegialità nelle scelte politiche che devono emergere dalla coniugazione di esperienze e di valori. Insomma, per dirla tutta, occorrerebbe davvero un cambio di passo deciso, occorrerebbe forse essere più radicali nelle scelte e più radicati sui territori.
Il congresso provinciale che ci apprestiamo a vivere credo debba essere da stimolo per tutti noi per riscoprire quel senso di responsabilità che troppe volte è mancato alla nostra organizzazione, quel senso di responsabilità che deve necessariamente farci comprendere che il consenso democratico lo si costruisce quando esso stesso diviene un obiettivo da perseguire, e perciò richiede tutte le energie possibili.
Ecco perché credo fermamente che il momento che stiamo vivendo non possa rappresentare assolutamente una linea che delimita l’orizzonte, al di là del quale non si scorge più nulla, ma al contrario deve essere il segnale che ognuno di noi è disposto a fare sacrifici, il segnale che ognuno di noi vuole assumersi in maniera corresponsabile parte del lavoro necessario per costruire un serio progetto comune, attraverso il confronto delle idee, legate quest’ultime ad un unico obiettivo: far si che la politica ritorni ad essere strumento di salvaguardia degli interessi nazionali e non degli interessi di parte, evitando così che la nostra organizzazione possa diventare un semplice luogo di auto riproduzione di ceti dirigenti in continua lotta per la conquista di un potere personale.
Ci sono delle priorità da tenere in debita considerazione, c’è la necessità che la nostra organizzazione si spenda attivamente rispetto alle condizioni in cui versa il nostro sistema produttivo provinciale che, negli ultimi mesi, ha subito un forte rallentamento principalmente sul fronte delle problematiche che afferiscono ai settori del lavoro e dei trasporti.
Auspico a tal riguardo – e conclude – che il prossimo gruppo dirigente non perda più occasioni per partecipare ai tavoli di confronto dove si decidono le sorti del nostro sistema economico, dove si decide il nostro futuro. In questa fase quindi credo che il nostro ruolo, il ruolo di questa organizzazione, debba essere quello di persistere nell’operare coerentemente secondo un’ipotesi ottimistica, e credo che questa ipotesi, attraverso gesti tangibili di responsabilità, tenderà a realizzarsi”.
Auspico a tal riguardo – e conclude – che il prossimo gruppo dirigente non perda più occasioni per partecipare ai tavoli di confronto dove si decidono le sorti del nostro sistema economico, dove si decide il nostro futuro. In questa fase quindi credo che il nostro ruolo, il ruolo di questa organizzazione, debba essere quello di persistere nell’operare coerentemente secondo un’ipotesi ottimistica, e credo che questa ipotesi, attraverso gesti tangibili di responsabilità, tenderà a realizzarsi”.
Auspico a tal riguardo – e conclude – che il prossimo gruppo dirigente non perda più occasioni per partecipare ai tavoli di confronto dove si decidono le sorti del nostro sistema economico, dove si decide il nostro futuro. In questa fase quindi credo che il nostro ruolo, il ruolo di questa organizzazione, debba essere quello di persistere nell’operare coerentemente secondo un’ipotesi ottimistica, e credo che questa ipotesi, attraverso gesti tangibili di responsabilità, tenderà a realizzarsi”.
Redazione Irpinia
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