AVELLINO- Cade l’aggravante e viene prosciolta dall’accusa di furto di energia elettrica “per difetto di querela”. È quanto deciso dal giudice monocratico del Tribunale di Avellino nei confronti di una cinquantottenne, difesa dal penalista Danilo Iacobacci, che per quasi due anni, dopo aver manomesso il contatore, aveva rubato energia elettrica. Per la precisione la stessa, dal mese di settembre 2017 al mese di aprile 2019 si era impossessata di 1.886,13 Kwh per un importo complessivo di 325 euro. Il.prelievo irregolare, accertato a seguito della verifica eseguita il 16 settembre 2022 dal.personale dipendente della società, era stato realizzato con la manomissione dell’apparato di misurazione. Il problema che la querela era stata fatta dalla società e non dalla persona offesa individuata, ovvero la Rete Elettrica Nazionale. Da qui la vera e propria imprevedibilità, visto che il reato è procedibile solo a querela di parte, ad eccezione dell’aggravante dell’aver commesso il fatto su cose destinate a pubblico servizio.e/o servizio di pubblica necessità. Esiste una sentenza per cui «non integra l’aggravante del fatto commesso su cosa.destinata a pubblico servizio la manomissione del contatore di energia elettrica”. Per questo la vicenda si è chiusa con un proscioglimento.
Furto di energia elettrica: prosciolta dall’accusa per difetto di querela
