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Fuori pericolo la detenuta che ha tentato il suicidio a Lauro

Carcere_madri_Lauro

Aveva ingerito candeggina nel tentativo di togliersi la vita. Ricoverata in codice rosso al pronto soccorso dell’ospedale di Avellino ora è fuori pericolo. La donna pugliese di 39 anni si trova detenuta nel carcere di Lauro dopo una condanna passata in giudicato a sei anni e tre mesi di reclusione per rapina.

È stata sottoposta a lavande gastriche e resterà ancora un giorno sotto osservazione al Moscati poi tornerà nell’istituto a custodia attenuata per detenute madri.

Nella casa circondariale di Lauro si trovano detenute nove donne, quattro italiane e cinque straniere, insieme ai loro figli, in tutto undici bambini.

Sul triste episodio l’intervento del Garante regionale della Campania delle persone detenute, Samuele Ciambriello che, da tempo chiede di porre fine «alla surreale situazione dei bambini in carcere», e che nei giorni scorsi aveva parlato con la donna in video-chiamata:

«È la spia del grave malessere psicologico delle madri detenute, nonostante condizioni detentive ben lontane da quelle che si vive negli istituti ordinari. Da quel colloquio – spiega Ciambriello all’Ansa – nulla lasciava presagire la prostrazione che ha indotto la 39enne a tentare il suicidio. Era apparsa apparentemente rincuorata per il fatto che tra pochi mesi avrebbe potuto usufruire di permessi. Evidentemente lo stigma di crescere i propri figli in carcere costruisce giorno dopo giorno una sofferenza latente ma profonda che finisce poi per esplodere».

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