“La solita Italia…oppure Vendola”. Ad Avellino arriva il Governatore della Puglia e i supporters politici irpini lo attendono con trepidazione. Le immagini
“Nichi, uno di noi”, annuncia un uomo che davanti al Della Porta ha un vessillo falce e martello tra le mani. “C’é una politica di plastica, che non sa più incrociare la vita vera, che usa gli slogan per non misurarsi coi problemi delle donne e degli uomini, che si blinda in autoreferenziali passerelle. Oppure c’é Vendola”. Così Maria Grazia Valentino, componente dell’Assemblea Nazionale di SEL, commenta la tappa odierna del tour campano di Vendola. “Anche oggi -continua la Valentino- Nichi ha costruito, dal basso, un pezzo del programma di cambiamento di cui ha bisogno il Paese. E lo ha fatto guardando negli occhi i forestali, il mondo della scuola e dell’università, le nuove generazioni e i lavoratori delle tante vertenze aperte. Vendola ha acceso, anche in Irpinia, una speranza e una straordinaria voglia di partecipazione”. C’è la rappresentanza del Partito Democratico, con Lengua in testa in segno di ospitalità del partito più grande. Ma anche gli operai dell’Irisbus. “Il terzo incomodo” in Irpinia, prima di guadagnare la scena viene fermato e sollecitato sul recente processo per abuso d’ufficio: “Dovessero condannarmi, preferirei difendermi da cittadino comune, senza gettar fango sulle istituzioni”. Il tema della trasparenza è sentito. Le politiche di austerity, “vanno superate, poiché sono all’origine della crisi. Oltre allo spread economico, ne esiste anche uno sociale. Ad andarci di mezzo è questa generazione, cui è stato letteralmente espropriato il futuro lasciandola impantanata in una palude senza via di scampo. Ma una rivoluzione nel mercato del lavoro non può prescindere da una rivoluzione culturale. E la parola cultura, insieme agli altri tre cavalli di battaglia del suo programma (libertà, modernità, bellezza), è tra le più gettonate nel vocabolario di Vendola. “Bisogna portarla all’interno degli apparati che generano ricchezza – ha detto – , ma prima si rende necessario investire in formazione e ricerca”. Infine, le chiacchieratissime primarie. Come prevedibile, le frecciatine al Partito Democratico non si sono fatte attendere: “Non ha senso parlare di sfida a due tra Renzi e Bersani. Io personalmente voterei perLaura Puppato. In ogni caso è una corsa a cinque (il quinto è Bruno Tabacci, ndr), in cui occorre dare il giusto spazio alle proposte di tutti i candidati”. Per il segretario di Sel, oltretutto, non si tratta di un semplice antipasto in attesa delle politiche di primavera: “È un appuntamento fondamentale, che servirà a delineare il quadro futuro di tutto il centrosinistra”. E non nasconde che: “Il berlusconismo non è ancora morto. Ha stravolto il paesaggio civile e si è insinuato persino nella sinistra. Ha contribuito a coniare un nuovo linguaggio che si è diffuso tramite le reti televisive. E la bonifica del linguaggio è un dovere cui la politica non può sottrarsi”.