Avellino lascia i commercianti da soli. Non sembra aver ottenuto l’adesione sperata, la seconda manifestazione, nel giro di un mese (la prima il 13 ottobre scorso), organizzata in particolare dagli esercenti di viale Italia contro il caro-energia.
Circa 200 i presenti al corteo che ha messo a nudo come gli avellinesi siano alquanto “distratti” sul problema. Gli organizzatori avevano chiesto una mobilitazione generale, in pratica avrebbero voluto che la città, o buona parte di essa, si fermasse almeno per una mattinata. Invece, a parte gruppi di studenti semplici cittadini, stamane i negozianti erano quasi da soli.
A differenza delle altre volte, anche perché non coinvolti, mancavano i sindaci, i Comuni, le associazioni di categoria. Il corteo è stato lungo ed anche abbastanza “impattante” sulla città, bloccando a volte il traffico. Ma, in fin dei conti, è filato tutto liscio.
Diversi i negozi chiusi, tanti con le serrande abbassate anche lungo il percorso partito intorno alle 10 da piazza San Ciro e che si è snodato lungo via dei Pini, nei pressi dell’autostazione, via Pescatori, contrada Baccanico, via Tagliamento, piazza Aldo Moro, via Mancini, fino a piazza Libertà.

Nel tragitto, però, tantissimi anche i negozi aperti e questo ha creato ulteriore rabbia tra i commercianti. Ora è probabile che la rabbia venga sbollita in modo più solitario, la delusione di oggi è difficile da digerire, almeno per il momento.
Una delle richiesta che sarà fatta è quella di un consiglio comunale aperto. Infatti, nonostante il periodo di crisi, da palazzo di Città è già arrivata la richiesta di pagamento dell’anticipo Tari 2023 e del saldo 2022, almeno a detta degli stessi esercenti. I quali, se si tenesse un civico consesso, farebbero valere le loro ragioni in quella sede. In attesa di altre mosse, che potrebbero anche prevedere nuove manifestazioni tra Napoli e Roma.