Comune, Paolo Foti con il vento in “Poppa”: si punta al 2018

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Paolo Foti

Pasquale Manganiello – “Il Coordinamento provinciale si è riunito alla presenza del Sindaco Paolo Foti e del Capogruppo consiliare, per riconfermare il pieno sostegno del partito all’operato dell’amministrazione e condividere con il Sindaco la necessità di arrivare ad un immediato azzeramento formale della giunta, in linea con quanto già dichiarato dal primo cittadino in consiglio comunale. Tutto ciò per favorire, una volta approvati gli equilibri di bilancio, l’apertura di una nuova fase per dar seguito ad una piena collaborazione con tutte le forze politiche interessate a raccogliere l’appello del sindaco a costruire un governo di responsabilità per il bene della città capoluogo e dell’intera provincia.”

Questa è la nota dell’ufficio politico del Pd, il quale “sostiene l’operato dell’Amministrazione” che, a detta del sindaco nello scorso Consiglio Comunale, è stata fallimentare. Il Partito Democratico sostiene quindi un’Amministrazione fallimentare rilanciando con un immediato azzeramento della Giunta che, interpretato dal punto di vista pratico, significa che il fallimento politico è stato causato da assessori incapaci.

L’appello del sindaco punta a “costruire un governo di responsabilità per il bene della città capoluogo e dell’intera provincia”. Cosa vuol dire? Che l’ultima Giunta è stata irresponsabile ed ha lavorato per il male della città?

Questa non è politica. Questa roba offende l’intelligenza delle persone.

Dopo la batosta sugli equilibri di bilancio, domani si torna in Consiglio con la speranza di evitare un’altra debacle che, stavolta, sarebbe definitiva.

I dameliani potrebbero dire sì in Consiglio comunale ritirando la firma apposta sulla mozione di sfiducia al primo cittadino. Dino Preziosi, dopo aver ulteriormente precisato in un documento che dopo i suoi 100 giorni si andrebbe a casa e punto (qualcuno a Palazzo di Città non sembra affatto d’accordo), dovrebbe confermare il no agli equilibri insieme al consigliere provinciale Palumbo e agli altri “collaborazionisti”. Un voto diverso o un’eventuale assenza paleserebbe un salto nel vuoto in quanto a dignità politica. Certo è che, in caso del ritrovato appoggio della D’Amelio, la proposta di Preziosi sarebbe servita soltanto a ricompattare il Pd. Chiamarlo autogoal è un eufemismo.

L’ago della bilancia resta Nicola Poppa: gli ultimi rumors parlano di un possibile cambio di rotta ma, considerando gli ultimi episodi della saga Comune, non ci arrischiamo a fare previsioni su quanto accadrà.

Quando si gioca con numeri così risicati il colpo di scena è sempre dietro l’angolo. Foti vuole comunque tenerla in piedi e puntare al 2018 quando, concomitanti, salvo colpi di scena post-referendari, ci saranno le elezioni politiche Scommettiamo che il pensiero dei capibastone Pd sia rivolto intensamente alla prossima competizione elettorale nazionale. E già da un paio d’anni.

Solo in questo senso “non si può perdere ora il Comune”. La domanda che si faranno è: chi ci rivota dopo questo continuo e ridicolo teatrino?

Come biasimarli.