Roma – Non sono previsti esuberi per le circa 13mila unità dei 9 stabilimenti Fiat Powertrain, Fma di Pratola Serra compresa. Si proseguirà, invece, con il ricorso alla cassa integrazione in attesa di una ripresa del mercato. Tradotto in soldoni, per Pratola Serra la vertenza è destinata a protrarsi anche oltre il prossimo novembre quando presso la fabbrica irpina di Fiat terminerà la cassaintegrazione straordinaria.
E’ quanto emerso dal tavolo tecnico sul comparto motori che questa mattina si è riunito in via Veneto a Roma, sede del Ministero dello Sviluppo Economico.
“Per limitare l’impatto sociale della crisi e della forte flessione del mercato – ha detto Paolo Rebaudengo, responsabile delle relazioni industriali di Fiat – e facendoci carico delle preoccupazioni del governo e del sindacato, fin dall’inizio della crisi abbiamo preso la decisione di non denunciare eccedenze e di ricorrere alla cassa integrazione, alla mobilità interna, alle trasferte e ai distacchi. Questo approccio riguarda tutto il sistema produttivo di Powertrain. C’è la conferma – ha annunciato – della scelta di gestire la situazione senza denunciare eccedenze e con il ricorso alla Cig”.
Dunque, come era ampiamente prevedibile, dall’incontro nella capitale non sono emerse novità sostanziali per le tute blu irpine della Fma se non la certezza (o il contentino…), a questo punto, che Fiat non rinuncerà alle proprie unità lavorative in attesa della ripresa del mercato globale.
Con la delegazione del Lingotto, al tavolo hanno partecipato il direttore generale del dicastero di Scajola, Andrea Bianchi, i sindacati nazionali con Enzo Masini per la Fiom, Bruno Vitali per la Fim, Eros Panicali per la Uilm, Giovanni Centrella per l’Ugl-Metalmeccanici e Roberto Di Maulo per la Fismic. Alla riunione hanno partecipato inoltre il presidente della Provincia di Avellino, Cosimo Sibilia, e l’assessore al lavoro della Provincia di Avellino, Giuseppe Solimine.
Nel corso del vertice, incentrato per la maggior parte sullo stabilimento irpino di Fiat, Rebaudengo ha avuto modo di mostrare, attraverso l’analisi di slides, l’andamento dei lavori alla Fma negli ultimi dieci anni, sottolineando l’importanza della fabbrica di Pratola Serra che proprio nel 2010 ha conquistato il certificato di valutazione ‘silver level’ (secondo di tre gradi di eccellenza). “Fiat produce l’85 per cento dei suoi motori in Italia – ha continuato Rebaudengo – e pertanto intende conservare questi livelli nel Paese”. Non sono stati esclusi, inoltre, nuovi percorsi di formazione tutti interni al gruppo torinese per il sostegno al reddito.
E’ facile capire come quello odierno sia stato però l’ennesimo passaggio interlocutorio in vista della presentazione del piano industriale 2010-2014 previsto per il prossimo 21 aprile quando i vertici del Lingotto sveleranno ufficialmente cosa intenderà fare Fiat nei suoi stabilimenti, quali saranno i nuovi investimenti e quali (e in che numero) saranno le nuove produzioni.